Ho letto sul vostro sito il commento sulla Manovra finanziaria. Lo condivido in pieno. E sono molto arrabbiato per quanto costerà alla mia famiglia, con moglie e tre figli minori a carico. Il peso della Manovra graverà più su di me a reddito fisso che su chi si gode una pensione d’oro. Tra blocco dello stipendio di due anni (già in vigore) e tagli previsti alle voci assegni, mense, trasporti, libri di testo... sarà difficile stare a galla. Mi sarei aspettato l’introduzione del “quoziente familiare”, tante volte promesso. O l’abolizione delle province, la riduzione delle spese militari, il taglio del numero dei parlamentari e dei loro emolumenti, benefici e privilegi. Mi fanno inorridire anchei politici cattolici che non stanno dalla parte delle famiglie, dei valori e del bene comune.
 Luigi

Sono un metalmeccanico con moglie e due figli a carico. Sono indignato, per non dire peggio, per questa Manovra “lacrime e sangue” che si accanisce sui ceti più bassi. Ed elimina sgravi e agevolazioni per le famiglie numerose. Soprattutto, per quelle monoreddito. I nostri cari parlamentari, invece, non si privano di nulla. E se rinunciano a qualcosa, questo avverrà a partire dalla prossima legislatura. Non se ne può più di questa “casta”, che i sacrifici li chiede solo agli altri. Mentre noi facciamo i salti mortali per sbarcare il lunario, questi “vergognosi” godono di una serie di privilegi. Un oltraggio per chi non ce la fa. Ma non sono stati eletti per servire i cittadini? Forse, è il momento di denunciare, con ogni mezzo, queste palesi ingiustizie contro chi lavora onestamente e paga le tasse fino in fondo.
 Fabio P.

Ormai alle promesse dei politici non crede più nessuno. Così come alla loro disponibilità a concorrere, adeguatamente, per risollevare le sorti del Paese. Con tanta demagogia, da veri tromboni, hanno annunciato tagli e riduzioni. Dal numero dei parlamentari agli emolumenti. Ma non subito. Tutto è rimandato alla prossima legislatura. Ai cittadini, invece, i sacrifici si chiedono subito. E sempre più pesanti. Non c’è equità sia nei pesi che nei trattamenti. La credibilità non si conquista a parole, ma con gesti concreti, trasparenti. Anche perché c’è sempre il sospetto (avvalorato da precedenti) che se i politici si tolgono qualcosa con la mano sinistra, la recuperano abbondantemente con la destra. Senza diversità tra gli schieramenti. Con un tacito accordo, non intaccano mai il monte privilegi di cui godono.