Credo che il modo più attendibile di stabilire cosa è andato bene, e cosa è andato male, nello sport italiano del 2014, sia lasciare la parola al presidente del Coni Malagò, uscendo dalle varie interpretazioni giornalistiche.
Ai microfoni di Rai Sport, assegnando un 6,5 allo sport azzurro, e un 6 a se stesso, ha indicato 3 imprese: innanzitutto il clamoroso recupero della Pellegrini nella 4 per 200 degli Europei, e poi, sullo stesso piano, la maglia gialla conquistata da Nibali nel Tour de France, e la vittoria della Errani e della Vinci a Wimbledon.
La tirata d’orecchie è toccata ai fallimenti della Ferrari e della Nazionale di calcio. Personalmente, invece, mi sento di assegnare un 7 a Malagò per una scelta, e cioè quella, molto discussa, sul caso Kostner.
Esistono giustizie diverse, basti pensare a quella terrena e a quella divina. Ci sta che Malagò, come presidente del Coni, elogi la fermezza dei giudici, ma anche che, come uomo, abbia il diritto di dire: “Pure io mi sarei comportato così, per amore di una persona cara”.