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Dici balletto e pensi a lui. Un binomio inseparabile che ha toccato i 50 anni di vita. Roberto Bolle ci è arrivato in punta di piedi, e non è un modo di dire. Alto, bello, leggiadro, ha portato l’arte della danza anche là dove pochi erano riusciti ad arrivare, ovvero in televisione. Ha reso popolare un’espressione artistica che ingiustamente è stata troppo a lungo privilegio di pochi. Con La mia danza libera (2016), Danza con me (2018-2023) Ballo in bianco (2023-2024) Viva la danza (2024) sulla Rai ci ha intrattenuto, incuriosito, commosso, raggiungendo il pubblico ampio della tv generalista. Tutto per il balletto. E non sono pochi i sacrifici fatti ogni giorno che Dio manda in terra per mantenere nel corso del tempo il corpo statuario, partendo dai 6-7 anni ed entrando alla Scala a 12. È richiesta una disciplina giornaliera, ore di allenamento e di preparazione, una dieta rigorosa. Ma sul corpo un ballerino non può sgarrare, il fisico parla per lui nell’atto della danza, è il suo linguaggio.
Ci si domanda quanto ancora starà sul palcoscenico, sapendo che la carriera di un ballerino in genere termina intorno ai quarant’anni. A breve termine, tuttavia, Bolle non si risparmierà e ha già messo in programma due eventi: la seconda edizione del programma televisivo Viva la Danza, che andrà in onda il 29 aprile in prima serata su Rai1; e l’opera Caravaggio che, con il sostegno del Ministero della Cultura e del Sovrintendente Fuortes, debutterà il 9 maggio a Firenze al Teatro del Maggio Fiorentino e poi al Teatro degli Arcimboldi di Milano dal 15 al 21 maggio. Questo secondo evento accosta arte figurativa e danza in un unico incredibile spettacolo dove l’etoile danzerà tra i dipinti di Caravaggio raccolti in mostra a Palazzo Barberini a Roma. Un magnifico regalo di compleanno che Roberto regala a sé ma anche a chi ama le arti e il bello come riflesso del trascendente.



