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«Salviamo la vita di Nour e l’ultimo arto che le è rimasto». È l’appello disperato dell’avvocato Matteo Cecconi Bettarini, del Forum di Firenze, alle autorità italiane. Un grido che arriva da Gaza, dove i due bambini, Nour e Yahya, sopravvissuti a un bombardamento israeliano che ha ucciso il loro fratellino e li ha gravemente feriti, giacciono in condizioni disperate in un ospedale da campo di Medici Senza Frontiere Belgio, a Deir al Balah.
La storia di Nour
Nour è nata il 28 dicembre 2015. Aveva appena nove anni quando un’esplosione l’ha travolta. I medici sono stati costretti ad amputarle entrambe le gambe e la mano destra. Ora, anche l’unico arto rimasto rischia di essere amputato. Il personale sanitario fa tutto il possibile per evitarlo, ma a Gaza mancano strutture adeguate e specialisti capaci di eseguire un intervento ricostruttivo avanzato. Nour soffre inoltre di una grave depressione e di dolori cronici, che non trovano sollievo a causa della mancanza di farmaci, inclusi gli analgesici di base.
La storia di Yahya
Il piccolo Yahya, fratello di Nour, è nato il 14 agosto 2022. Ha solo tre anni. È rimasto ferito nello stesso bombardamento che ha strappato loro un fratellino. Yahya ha riportato una frattura esposta del femore distale, una lesione grave al ginocchio e uno schiacciamento del piede sinistro. La frattura è stata stabilizzata con un fissatore esterno, ma il bambino necessita urgentemente di un intervento ortoplastico avanzato e di ulteriori indagini cliniche. Anche per lui, a Gaza, non esistono possibilità di ricevere cure adeguate.
Una corsa contro il tempo
I due piccoli sono ricoverati da settimane in condizioni precarie, in una zona devastata dalla guerra, dove la sopravvivenza stessa è ogni giorno più incerta. «La situazione estremamente critica nella Striscia di Gaza non lascia ai bambini alcuna prospettiva di futuro – si legge nell’appello –. Il protrarsi di tali condizioni li condanna inevitabilmente a morte certa». Secondo il rapporto ONU pubblicato a marzo 2025, Israele sta compiendo atti di genocidio nella Striscia di Gaza, colpendo sistematicamente ospedali e strutture sanitarie e imponendo un assedio che blocca gli aiuti, compresi i farmaci indispensabili per alleviare le sofferenze dei più piccoli.
L’appello all’Italia
L’avvocato Bettarini chiede alle autorità italiane di intervenire immediatamente per garantire a Nour e Yahya un corridoio umanitario e il trasferimento in strutture ospedaliere in grado di assicurare loro le cure necessarie. «Si tratta di una questione di vita o di morte – sottolinea –. Ogni giorno che passa aumenta il rischio di amputazioni irreversibili e di complicazioni fatali».
La voce dei genitori
I genitori, Mahmoud A. D. Farag e Rabab S. A. Abughanima, anch’essi feriti nell’attacco, vivono a Deir al Balah. Il loro unico desiderio è vedere i figli curati e al sicuro. Ma da soli non possono fare nulla: servono decisioni politiche, corridoi umanitari, cure immediate.
Il racconto degli avvocati fiorentini
«Ho conosciuto Nour tramite la rete – racconta l’avvocato Bettarini, che è affiancato dalle colleghe Silvia Giannini e Francesca Bevilacqua – e da quel momento ho deciso di fare tutto quanto nelle mie possibilità per salvarla insieme al suo unico fratellino sopravvissuto al bombardamento della loro tenda. L’ho scoperta attraverso le pubblicazioni Instagram di un giovane giornalista di Gaza, Amr Tabash. Con le mie colleghe stiamo cercando di fare lo stesso anche per altri piccoli in condizioni simili. Salvare la vita di questi bambini mi tocca nel profondo, come persona e come padre. Non vedo in Nour nulla di diverso, nulla di meno rispetto a mia figlia, se non la sfortuna di essere nata tra i deboli e gli ultimi, nella terra di Gesù. La ragione principale per cui ci battiamo per loro sta in un’immagine: quando ho visto la foto di Nour, martoriata su una barella con un unico arto rimasto e lo sguardo ormai distante persino dal dolore, in quel corpo ho visto Cristo, ho visto Gesù sulla croce».



