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Samuele Bersani è uno dei "messaggeri" di #ioleggoperché e ha regalato la sigla alla manifestazione, scritta insieme a Pacifico. Qui svela i segreti della sua passione per la lettura.
C'è stata una persona che ha avuto un ruolo particolare nel trasmetterti la passione per la lettura?
«Devo la mia passione per la lettura a mia madre. La nostra era una casa con molti strumenti musicali e molti libri. Sarà per questo che scrivo sia i testi che le musiche delle mie canzoni e curo i testi anche per molti altri cantanti».
Qual è il primo libro che hai letto da solo? E l'ultimo, quello che hai sul comodino adesso?
«Il mio primo libro, letto da solo dall’inizio alla ne, Favole al telefono di Gianni Rodari: prima me lo leggevano i miei genitori, poi l’ho voluto rileggere. Ieri sera invece ho nito di leggere Momenti di trascurabile infelicità di Francesco Piccolo. Un autore che seguo da tempo, anche per le sceneggiature dei film».
Se potessi essere uno dei personaggi dei libri che hai letto, quale sceglieresti?
«In realtà mi piacerebbe essere tutti i personaggi in cui mi sono identificato: il piccolo principe, ma anche Marcovaldo di Italo Calvino... Mi ha affascinato Boccalone di Enrico Palandri».
E quale libro hai amato a tal punto che vorresti esserne l'autore?
Mi spiace ripetermi, ma vorrei essere l’autore di Momenti di trascurabile infelicità! Sento una tale consanguineità di pensieri con quel libro... Oppure Edgar Allan Poe: i suoi racconti mi hanno fatto amare gli oggetti al di là delle abitudini quotidiane.
In quali orari e luoghi preferisci dedicarti alla lettura?
«Ho notato che se leggo nelle ore notturne, poi ricordo meglio le trame e le vicende narrate. Quanto ai luoghi, il treno e... il bagno».
Leggere è bello perché...
«Leggere è bello perché aggiunge tridimensionalità al pensiero e ti fa capire che non sei solo».
C'è stata una persona che ha avuto un ruolo particolare nel trasmetterti la passione per la lettura?
«Devo la mia passione per la lettura a mia madre. La nostra era una casa con molti strumenti musicali e molti libri. Sarà per questo che scrivo sia i testi che le musiche delle mie canzoni e curo i testi anche per molti altri cantanti».
Qual è il primo libro che hai letto da solo? E l'ultimo, quello che hai sul comodino adesso?
«Il mio primo libro, letto da solo dall’inizio alla ne, Favole al telefono di Gianni Rodari: prima me lo leggevano i miei genitori, poi l’ho voluto rileggere. Ieri sera invece ho nito di leggere Momenti di trascurabile infelicità di Francesco Piccolo. Un autore che seguo da tempo, anche per le sceneggiature dei film».
Se potessi essere uno dei personaggi dei libri che hai letto, quale sceglieresti?
«In realtà mi piacerebbe essere tutti i personaggi in cui mi sono identificato: il piccolo principe, ma anche Marcovaldo di Italo Calvino... Mi ha affascinato Boccalone di Enrico Palandri».
E quale libro hai amato a tal punto che vorresti esserne l'autore?
Mi spiace ripetermi, ma vorrei essere l’autore di Momenti di trascurabile infelicità! Sento una tale consanguineità di pensieri con quel libro... Oppure Edgar Allan Poe: i suoi racconti mi hanno fatto amare gli oggetti al di là delle abitudini quotidiane.
In quali orari e luoghi preferisci dedicarti alla lettura?
«Ho notato che se leggo nelle ore notturne, poi ricordo meglio le trame e le vicende narrate. Quanto ai luoghi, il treno e... il bagno».
Leggere è bello perché...
«Leggere è bello perché aggiunge tridimensionalità al pensiero e ti fa capire che non sei solo».



