Era uno degli ultimi irriducibili della Camorra casalese, capo nonché custode di importanti segreti. Ma dopo 26 anni di carcere, la maggior parte trascorsi in regime di 41bis, Francesco Schiavone, noto come Sandokan, capo indiscusso del clan dei Casalesi, ha deciso di collaborare con la giustizia. Lo riporta l'edizione cartacea del quotidiano Cronache di Caserta

A confermare l'avvio della collaborazione con la giustizia è anche la Direzione Nazionale Antimafia e la Direzione distrettuale Antimafia della Procura di Napoli, che da alcune settimane hanno avviato i primi colloqui con l'ormai ex boss del clan dei Casalesi, oggi 70enne, detenuto al regime del carcere duro dal 1998, quando l'11 luglio fu catturato in un bunker a Casal di Principe, in provincia di Caserta.



Ai parenti di Schiavone - che vivono ancora a Casal di Principe - è stato offerto di entrare nel programma di protezione riservato ai familiari dei collaboratori di giustizia, come avvenuto già nel 2018, quando a pentirsi fu il figlio Nicola Schiavone. Ergastolano, detenuto da anni al 41bis. Schiavone, da principale imputato, era stato condannato nel maxi processo Spartacus.