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Da tempo desideravo scriverle per avere un suo parere su un fatto che mi turba, ma non volevo passare per la “solita vecchia brontolona”. Mi sono decisa quando ho letto la lettera di Lucia nei “Colloqui”, perché ho capito che non sono la sola a disapprovare la nostra epoca che guarda solo all’estetica e all’esibizionismo a scapito dei valori morali. Ho settantaquattro anni e sono madre di sei figli e nonna di nove nipoti. Ho fatto la catechista e il volontariato a una mensa Caritas, e ora ho preso la bella abitudine di seguire la S. Messa quotidiana. Arrivo al dunque: dall’inizio dell’Anno della misericordia, che ci ha visti tutti entusiasti, è stato messo in parrocchia un quadro con l’immagine di un Gesù che io non posso guardare, perché mi ispira tutte le fantasie fuorché le preghiere. Sembra un ballerino delle trasmissioni di Maria De Filippi. E io, che venero la Sacra Sindone e il Volto Santo di Manoppello, trovo che questo “belloccio” che mi propongono sia una vera e propria “eresia”. Chi ha voluto un Cristo così? Di questa mia lettera faccia quel che vuole, almeno mi sono sfogata con qualcuno. Lei, piuttosto, raccomandi di evitare la banalizzazione di Gesù e della Madonna.
Mi hai davvero incuriosito, cara Anna, e mi piacerebbe vedere questo Cristo che somiglia a un ballerino di Maria De Filippi più che a un’icona sacra. Nelle tante chiese che ho girato durante questo Anno Santo ho visto esposti con evidenza il “motto” («Misericordiosi come il Padre») e il “logo” ideato dal gesuita padre Rupnik, che è una piccola summa teologica. Il Buon pastore porta sulle sue spalle l’umanità e si identica talmente con l’uomo da vedere con il suo stesso occhio. Non bastava rifarsi a questa iconografia carica di profondi significati sul tema della misericordia divina?
ANNA
Mi hai davvero incuriosito, cara Anna, e mi piacerebbe vedere questo Cristo che somiglia a un ballerino di Maria De Filippi più che a un’icona sacra. Nelle tante chiese che ho girato durante questo Anno Santo ho visto esposti con evidenza il “motto” («Misericordiosi come il Padre») e il “logo” ideato dal gesuita padre Rupnik, che è una piccola summa teologica. Il Buon pastore porta sulle sue spalle l’umanità e si identica talmente con l’uomo da vedere con il suo stesso occhio. Non bastava rifarsi a questa iconografia carica di profondi significati sul tema della misericordia divina?



