Voi valete più di molti passeri. Non è più vero. Ci sono proteste contro la moria di uccelli per l’aumento delle pale eoliche. Ci sono proteste sull’abbandono e i maltrattamenti di cani e gatti, indignazione contro l’abbattimento di orsi e cinghiali, sit in per salvare i topi dalle sperimentazioni. Non è così per l’uomo, se un uomo nasce da quando un uovo femminile e uno spermatozoo maschile si incontrano e danno inizio alla vita.

O dovete dimostrare quando inizia, la vita, che secondo voi è degna di essere rispettata, protetta, curata. Al primo vagito? E se è il vagito di un bimbo gravemente malato? Ma può ammalarsi gravemente anche dopo 1, 2 anni o più. La sentenza è morte, sempre? Perché se già nel grembo materno è vita, l’aborto è omicidio, date pure il peso che volete alle parole. O nel grembo di una donna è persona solo allo scoccare del terzo mese, sempre che sia sano? Non c’è alcuna ragione scienti­ficamente valida per sostenere una data di inizio alla vita. Se non le nostre piccole ragioni, se non la convinzione che della vita possiamo disporre come vogliamo. Soprattutto se è vita altrui, e quest’altro non può difendersi né reagire. Ci possono essere motivi più che validi per non volere un figlio.

Ma si può lasciarlo anonimamente in mani amorevoli. O si può essere aiutati ad accoglierlo. L’aborto pare un scorciatoia più facile, pare indolore e gratuito. Poi qualcuno ha il coraggio di dire che le donne restano ferite dentro, che il trauma resta per sempre. È vero, ma non per tutte. Per tante donne l’aborto è diritto e conquista e purtroppo la legge c’è e va rispettata, fatta salva l’obiezione di coscienza, che è a sua volta un diritto. O vale solo per chi deve imbracciare un fucile e non per chi deve aiutare a uccidere un essere indifeso? Quel che è successo in Francia, però, è ben altro. Forse non ce ne siamo accorti, perché la decisione epocale è stata salutata con entusiasmodal mainstream che ci impone un pensiero unico, quindi morale e giusto. Il primo Paese al mondo a inserire il

diritto all’aborto nella Costituzione, con una modifica della carta fondamentale approvata con 780 voti a favore e 72 contrari. Un plebiscito: sul diritto a uccidere sinistra e destra sono anche capaci di fare unità.

Non confondiamo: l’aborto è legale in Francia come da noi. Ma nella carta costituzionale ci sono i valori su cui si fonda la Repubblica: l’aborto, dunque, diventa un valore, non una extrema ratio, non un male minore, non una triste necessità. Ma è meritevole riconoscere e attuare i valori, è meritevole abortire, è   inaccettabile che qualcuno ne parli male o si rifiuti di rendere possibile un valore. Addio libertà di coscienza, addio a tutte le associazioni che cercano di stare accanto alle donne in attesa, magari aiutandole a scegliere

davvero, liberamente. Perché io valgo, ci martellano in pubblicità. Dipende da chi sono. Meglio un gattino, o un passero. Noi valiamo di meno.