La Madonna, con le sue apparizioni a Medjugorje, ci indica la via per la conversione dei cuori, mediante la riconciliazione, per la pace nel mondo. Un’immensità di fedeli, da ogni dove, si reca giornalmente in quei luoghi di preghiera e pentimento. In varie forme, i sei ragazzi, ora adulti, continuano a ricevere dalla Madonna messaggi diffusi ovunque.

A Medjugorje i veggenti, dopo 36 anni di apparizioni, differentemente da altri casi analoghi hanno preso la loro strada per una vita normale. Chi formando famiglia, o anche intraprendendo un’attività gestionale umanitaria legata alla propria missione. Beninteso che le apparizioni sono di natura divina, mentre i beni di questo mondo sono degli umani, queste iniziative personali possono far sorgere plausibili perplessità; ma il tempo è galantuomo. È sicuramente da condividere l’oculata indagine e la cautela della Chiesa a pronunciarsi su questo importante fenomeno mariano, poiché ancora in atto.

La Madonna, come invita tutti alla conversione per la salvezza dell’anima con i suoi accorati e incessanti richiami, sicuramente assiste, pur nella libertà individuale, i suoi “messaggeri” nelle decisioni e iniziative private. Ciò non può scalre una solida fede, ma la rinsalda.

GIANFRANCO GOBBO


Caro Gianfranco, penso che tu abbia fatto una buona sintesi. In attesa delle decisioni definitive da parte della Chiesa, ciò che conta è fare proprio l’invito di Maria alla conversione, alla riconciliazione, alla pace. Tutto ciò non può che rinsaldare la fede nel Signore e aiutarci a vivere più intensamente il Vangelo nella realtà di ogni giorno. Questo è quello che conta per essere cristiani.

La commissione presieduta dal cardinale Ruini ha deciso di distinguere tra le prime sette presunte apparizioni e quelle successive. La maggioranza dei membri della commissione (13 su 15) ha votato a favore della soprannaturalità delle prime sette.

Da parte sua, papa Francesco, che ha a cuore soprattutto il bene dei fedeli, ha deciso di mandare a Medjugorje un proprio inviato speciale, l’arcivescovo polacco Henryk Hoser, per «acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale» e, «soprattutto, delle esigenze dei fedeli che vi giungono in pellegrinaggio». Lo scopo è quello di «suggerire eventuali iniziative pastorali per il futuro».