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Si chiamano Luciana Daqua, Antonella Dirella e Franca Pedrini le tre donne che quest’anno sono state insignite del Riconoscimento Internazionale Santa Rita, il premio conferito annualmente dal comune e dal Monastero di Cascia alle donne – di ogni età, Paese e religione – che incarnano pienamente i valori etici e sociali del messaggio ritiano, quali l’amore verso il prossimo e il perdono.
Scelte per la loro resilienza e per la loro devozione ai più bisognosi, le donne che nella giornata di domenica 21 maggio riceveranno il Riconoscimento Santa Rita sono rispettivamente una docente universitaria e assistente sociale, un’insegnante e un’infermiera in pensione, accomunate non solo dall’essere delle madri amorevoli, ma anche da una profonda spinta verso gli altri che le ha guidate per tutta la vita. Soprattutto, sono donne segnate dal lutto, che non hanno mai lasciato che il dolore prendesse il sopravvento sulla loro luce.
Luciana Daqua, classe 1955, ha soli 23 anni quando conosce Enzo, l’uomo che diventerà il padre dei suoi due figli. Con lui costruisce una famiglia aperta al dialogo e all’accoglienza, che non si limita alla sfera privata, ma si allarga fino a comprendere extracomunitari, famiglie in difficoltà, donne cadute nella spirale della prostituzione, giovani gay e lesbiche ripudiati dalle famiglie, pazienti con disturbi mentali. La professione di assistente sociale sembra cucita su misura per lei: Luciana non smette mai di offrirsi, di aiutare, di comprendere, nemmeno quando una leucemia le porta via il marito e un tumore mette in pericolo la vita della figlia Loredana. È una madre e una donna esemplare, che fa suoi i valori di santa Rita, colpita come lei dalla vedovanza ma capace di trovare in Dio la pienezza e la serenità.
Non dissimile è la storia di Antonella Dirella, 56 anni, che sin da piccola vive con sofferenza il non sentirsi molto amata dalla madre. Un vuoto, questo, che la donna capisce di poter colmare soltanto con l’amore sconfinato di Dio. Ed è proprio nell’amore che Antonella costruisce la sua intera esistenza: si sposa con Pinuccio alla giovane età di 22 anni, nonostante la famiglia di lei insista affinché lo lasci, perché colpito da un tumore ai testicoli, e insieme adottano un neonato con una malformazione al cuore (Gianclaudio) e aprono la porta della loro casa ai bambini profughi della guerra in Bosnia-Erzegovina e Romania. Pinuccio muore a 47 anni, perdendo la sua lotta contro il cancro, e lasciando Antonella sola nella vedovanza. Ma anche in questo caso, è il messaggio di santa Rita a guidare le azioni della donna: accoglie la regola dell’associazione San Giuseppe e si consacra a Dio, ritrovando nel silenzio e nella preghiera l’amore perduto.
È funestata da lutti persino la vita di Franca Pedrini, nata nel 1958 nel veronese da una famiglia numerosissima e modesta. Dopo la perdita del padre per un incidente in campagna, si sposa con Giorgio e diventa madre di tre figli; ma uno di questi, Luca, muore in un incidente stradale mentre va in bicicletta a soli undici anni. Nonostante il dolore enorme, Franca conduce la sua vita all’insegna della fede e del lavoro onesto, reinventandosi di volta in volta infermiera, assistente sanitaria sul territorio, catechista, consigliera comunale con delega agli anziani per l’assistenza e l’attività ricreativa, volontaria in un centro di ascolto Caritas e infine presidente di una casa di riposo. Nel 2013 perde la sorella Sandra per un tumore al seno, e così il suo ruolo di nonna si carica di ulteriore importanza; poi, quando arriva il pensionamento, diventa la presidentessa della cooperativa sociale “I Piosi”, che fornisce assistenza e supporto all’inserimento lavorativo a persone con disabilità.
Queste esistenze straordinarie, vissute con semplicità eppure con tenacia, amore e passione per l’altro, sono una preziosa testimonianza del messaggio universale di santa Rita, che con il suo esempio di madre, moglie e poi vedova e santa ha portato nel mondo un modello di virtù. Luciana, Antonella e Franca sono donne che, come lei, hanno saputo essere un porto sicuro e un faro per tante altre esistenze, trovando nella fede e nella santa una guida da seguire. Un insegnamento che tutti, nel nostro piccolo, possiamo seguire aderendo alla raccolta fondi online “Le Rose di santa Rita”, lanciata dalla Fondazione Santa Rita da Cascia ets per conto delle claustrali con l’obiettivo di sostenere progetti per l’infanzia.



