In merito alla lettera “La crisi non ha risparmiato gli immigrati” (FC n. 2/2014), devo dirle chiaramente che non mi è piaciuta la domanda di Loredana e, ancor più, la sua risposta. È falso dire che l’immigrato è una risorsa per il Paese e che gli italiani certi lavori non vogliono più farli. Ho due figli: uno si è trasferito con moglie e bambino in Danimarca, l’altro è rimasto in Italia, ma da quasi otto anni ha perso il lavoro e non riesce a trovare nulla, nonostante i suoi tentativi. Dappertutto gli dicono che hanno la precedenza gli stranieri. È una vergogna! Lui, come la maggior parte degli italiani, è disponibile ad accettare qualsiasi lavoro. L’altra ipocrisia messa in giro dai politici è che gli italiani sono dei lazzaroni. Quando i nostri connazionali sono andati a cercare lavoro all’estero sono stati trattati male. Per questo, ora in Italia devono avere la precedenza gli italiani. Non mi consideri un razzista, so che siamo tutti uguali. Del resto, mia nuora è nigeriana.

FERRUCCIO

Capisco la tua esasperazione, caro Ferruccio, per un figlio che è senza lavoro da circa otto anni, e per un altro che è dovuto emigrare all’estero in cerca di fortuna. La presenza degli immigrati in Italia, però, va considerata senza “pregiudizi”, non ricorrendo a luoghi comuni, a prescindere dalle vicende personali. Nonostante, oggi, la crisi tocchi anche gli immigrati, che non vedono più il nostro Paese come l’Eldorado, ma solo come terra di approdo e di passaggio verso il Nord Europa, è indubbio che senza il loro contributo, l’Italia sarebbe letteralmente in ginocchio. Così come è certo che tanti lavori sarebbero privi di manodopera se non ci fossero gli stranieri, vedi le concerie del Vicentino o gli allevamenti dell’Emilia. Ma anche le arance non arriverebbero sulle nostre tavole, se non fossero raccolte dagli immigrati, spesso sfruttati e trattati da schiavi.