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Donald Trump sembra ancora in campagna elettorale. Il suo primo discorso da presidente, dopo il giuramento a Capitol HIll con la mano sinistra appoggiata alla Bibbia, descrive un’America quasi ridotta in macerie, in mano al detestato establishment dei politicanti di Washington. Ma da oggi, secondo Trump, tutto cambia e l’America tornerà più grande, più ricca, più sicura, più orgogliosa.
Trump parla per poco più di 16 minuti. Prima ancora di ringraziare Barack e Michelle Obama («sono stati magnifici») premette che c’è una nazione da ricostruire. L’ex palazzinaro di New York si rivolge direttamente ai cittadini, dice che quello di oggi non è solo il trasferimento di poteri fra due diverse amministrazioni, ma un trasferimento di potere da Washington “a voi, il popolo”.
Come aveva già fatto per tutta la campagna elettorale, Trump si scaglia contro l’establishment, che a suo avviso, in questi anni ha protetto se stesso ignorando i bisogni dei cittadini. «Ma da oggi», dice, «tutto cambia» e aggiunge che il 20 gennaio 2017 «sarà ricordato come il giorno in cui i cittadini diventano nuovamente i governanti di questa nazione».
L'America va ricostruitia con mani e lavori americani
Nel suo discorso Trump descrive un’America afflitta dalla povertà, dal degrado del sistema industriale e delle infrastrutture, con un sistema scolastico a pezzi e le città ridotte a terreno di conquista per il crimine organizzato, le gang armate e gli spacciatori di droga. Lui promette di aggiustare tutto costruendo strade, autostrade, aeroporti, ponti e ferrovie. Ma nella sua visione questa America va ricostruita «con mani americane e con lavoro americano». «Compra americano e assumi americano», dice Trump, lasciando intendere che si annunciano tempi duri per i lavoratori immigrati. «La ricchezza della nostra classe media», aggiunge, «è finita nel resto del mondo».
Trump fa solo vaghi accenni ai temi di politica internazionale, ma azzarda una promessa: «eradicheremo completamente dalla faccia della Terra il terrorismo islamico». Al resto del mondo Trump fa capire che da oggi in poi conteranno prima prima di tutto gli interessi americani. “America first”, ripete, aggiungendo che l’America ha sbagliato a difendere i confini di altre nazioni senza difendere i confini nazionali.
Alla fine Trump si appella al “Creatore onnipotente” e assicura: «Il tempo delle chiacchiere vuote è finito, adesso arriva l’ora dell’azione». Fra poche ore, ormai nel pieno dei suoi poteri, Trump potrebbe già firmare degli ordini esecutivi per “congelare” alcune delle decisioni di Barack Obama, il quale ha lasciato Washington in elicottero, insieme alla moglie Michelle.



