Non ha fatto alcuna marcia indietro. Anzi, ha dichiarato che il racconto di come ha ucciso il suo cane serve a spiegare di essere in grado di affrontare le scelte difficili che la politica comporta. Kristi Noem, la governatrice del South Dakota considerata una delle possibili vice di Donald Trump alle prossime elezioni, è stata sommersa dalle critiche per aver scritto nel libro che sta per pubblicare di aver ucciso il suo cane di 14 mesi reo di aver rovinato una caccia al fagiano.

«Odiavo quel cane, non era possibile addestrarlo, era pericoloso, non valeva niente come cane da caccia, e in quel momento ho capito che dovevo abbatterlo», scrive la 52enne ultra trumpiana, divenuta famosa durante la pandemia per essersi rifiutata, da politica, di firmare l’obbligo di indossare la mascherina. Nelle anticipazioni pubblicate dal Guardian, del libro "No Going Back: The Truth on What's Wrong with Politics and How We Move America Forward" (Nessun passo indietro: cosa è sbagliato in politica e come far avanzare l'America), Noem rivela di aver ucciso anche una capra del suo ranch con tre colpi di fucile perché puzzava troppo. Appena la rivelazione è stata pubblicata l’America è stata sommersa da una valanga di tweet di politici che fanno a gara a mostrare i propri amici a quattro zampe. «Pubblica una foto del tuo cane che non coinvolga il fatto di sparargli e buttarlo in una cava», ha scritto il governatore del Minnesota, Tim Walz, seguito dai colleghi di Michigan, New Jersey.

E nel comitato democratico hanno dato la parola agli animali facendo dire loro: «Aavevamo sentito dai nostri padroni quanto estremisti e pericolosi Donald Trump e i suoi alleati estremisti del Maga potessero essere, ma niente ci ha preparato all'inquietante ed orribile passaggio che Kristi Noem ha scelto di mettere nel suo libro».