Verdi era un uomo credente o ateo? Il Requiem è musica sacra o musica “teatrale”? Sono tanti gli interrogativi che accompagnano la lunga storia di un capolavoro, concepito nella sua prima stesura in memoria di Gioachino Rossini e poi completato per la morte di Alessandro Manzoni. Eppure è facile, ascoltandola, capire che Giuseppe Verdi nella sua Messa da Requiem cerca il divino. Gli pone domande. E si pone di fronte al mistero della morte. Come nel famosissimo incipit del Dies Irae:


E’ musica scritta da un genio del teatro, che abbandona il melodramma, ma non la bellezza del canto. Puntiglioso come pochi altri compositori della Storia, egli sottolineò questi aspetti nelle molte lettere che accompagnarono la difficile gestazione della Messa: fino alla prima nella chiesa di S. Marco, concessa benché la partitura prevedesse due donne soliste. Il Requiem di Verdi –vero banco di prova per i grandi interpreti - annovera molte esecuzioni leggendarie. Opera sconvolgente e piena di interrogativi, inquietante e poeticissima, come dimostra la sublime melodia dell’Offertorio che qui ascoltiamo dalla voce di Beniamo Gigli, con la direzione del grande Tullio Serafin.