Una nuova Alleanza nel nome di Cristo
Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento». Matteo 3,16-17
Ruota intorno al tema della Giustizia e del compiacimento di Dio, autore della Vita, datore di Benedizione (Salmo 28, Responsorio), la liturgia di questa domenica, festa del Battesimo del Signore: Isaia (I lettura) presenta il «Servo», «sostenuto» da Dio, «eletto», «chiamato per la Giustizia, stabilito come Alleanza»; in Lui il Signore «si compiace», «porterà il diritto alle nazioni». Ma qual è la Giustizia di Dio? Come si realizza sulla terra? La nostra idea di giustizia si muove su criteri umani: da a ciascuno secondo quanto ha meritato, costruito, ereditato. Il resto, nella nostra sensibilità, non è dovuto: è “elemosina”, che noi intendiamo come “atto gratuito di carità”. Nella Bibbia, fin dagli albori, la Giustizia è parte dell’Alleanza: si esprime nella grande Benedizione su adam maschio e femmina in Genesi 1,26- 29, che dichiara la destinazione universale dei beni della terra, e percorre le leggi del Pentateuco su anno sabbatico e giubileo (Esodo 23; Levitico 25), che codificano, tra gli altri, l’obbligo specifico, per il nuovo proprietario, di restituire al precedente possessore i beni che questi ha dovuto in precedenza vendere. Queste norme, legate direttamente alla fede nel Dio di Abramo, dicono che niente è davvero nostro, perché tutto è dono del Signore, e impongono la sollecitudine per i fratelli e le loro necessità: il sogno del Padre, che tutti abbiano una vita degna, la vita dei Figli, sulla terra è affidato all’impegno concreto di ciascuno secondo i propri mezzi. Dare ai fratelli dunque non è atto di carità, ma di giustizia: e con essa, non a caso, ha a che fare la parola ebraica che indica l’elemosina (zedaqa).
Il nostro rapporto con Dio, Padre e Signore, si nutre attraverso i rapporti con i fratelli, figli suoi, e si manifesta nella disponibilità a lenire le sofferenze del cieco, del prigioniero, di colui che vive nelle tenebre (cfr. I lettura); la Giustizia, nella Bibbia, «riempie le valli e appiana le montagne», come predicava Giovanni (cfr. Luca 3,5), e riconosce concretamente a ogni uomo quanto a lui spetta non in ragione di una stirpe, di un merito, del suo impegno, ma in quanto uomo, pertanto ugualmente destinatario della benedizione di Genesi 1, ugualmente amato da Dio e salvato con il sangue del Figlio. «Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la Giustizia»: questo proclama Pietro negli Atti (II lettura).
LA VERA GIUSTIZIA
Accostandosi al Battesimo di Giovanni nel Giordano Gesù afferma che così «conviene che si compia ogni Giustizia»: il Figlio si mette in coda tra i figli e si accompagna a quanti, nel popolo, hanno avuto la grazia di vedere la propria colpa e di accogliere l’invito a convertirsi, lo stesso invito che è risuonato in Avvento e che oggi, mentre si chiude il tempo di Natale, mostra la sua pienezza. Chiamati per Grazia, e non per merito, vediamo il Figlio nella sua Verità, accanto a noi tra gli ultimi del mondo, e ascoltiamo la Parola eterna del Padre, riservata agli eletti (la stessa Parola risuona anche nell’episodio della Trasfigurazione), che parla anche di noi, rivestiti di Cristo nel Battesimo: Egli è l’Alleanza, l’amato, il benedetto; in Lui anche noi siamo Alleanza, amati, benedetti.