Il primo fascicolo era allegato al numero del 19 maggio 1993 della nostra rivista: iniziava, così, l’avventura della Bibbia per la famiglia, voluta da quell’indimenticabile direttore e amico che è stato don Leonardo Zega.
Raccolti, poi, in dieci volumi, i vari fascicoli avevano coperto l’arco intero dei 73 libri biblici, commentati da più angolature in modo da scoprirne tutte le dimensioni, compresa quella che cercava di coinvolgere i bambini. A distanza ormai di un ventennio, mi capita ancora – durante le mie visite alle diocesi o le conferenze nelle sedi più disparate d’Italia – che qualche persona mi presenti uno di quei volumi per una dedica autografa, essendo stato io il coordinatore dell’intero progetto, testi conservati e usati ancora.
La famiglia era la destinataria di quell’opera.
Con questa rubrica cerchiamo, invece, di comporre una Bibbia della famiglia, oltre che per la famiglia. E l’avvio è proprio nella prima pagina della Genesi che apre le Scritture: è il capitolo 1, di origine più recente rispetto ad altri capitoli, elaborato forse nel VI secolo a.C. durante l’esilio degli Ebrei a Babilonia. Là alcune scuole sacerdotali avevano delineato la storia della salvezza che stava alle loro spalle, partendo proprio dall’atto creativo di Dio. Al vertice della creazione impostata sulla settimana liturgica, e quindi simbolicamente distribuita in sette giorni, c’era la coppia umana.
Si badi bene: non il maschio, ma l’uomo e la donna, come si legge in un versetto fondamentale, che presenta l’“immagine” di Dio sulla terra, la sua unica e autentica statua vivente: «Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò» (Genesi 1,27). È evidente il parallelismo che domina la frase secondo lo stile semitico: a “immagine di Dio” corrisponde “maschio e femmina”. Dio si rivela a noi nella fecondità dell’amore della coppia umana bisessuale che riflette, attraverso la generazione, la sua somiglianza con il Creatore da cui provengono le varie creature.
Per la Bibbia, allora, il riflesso divino che è in noi non è tanto l’anima o la spiritualità o la volontà o la libertà, elementi pur rilevanti nel prosieguo dei testi sacri. Non è neppure la statura eretta, come affermavano alcuni autori del passato. L’umanità rispecchia il suo Creatore dando origine alla famiglia attraverso la coppia del padre e della madre. Come vedremo nella prossima puntata, un’altra pagina biblica analizzerà ulteriormente questa radice primaria della famiglia.
Per ora fermiamoci qui e ricordiamo che quella “scuola (o meglio, tradizione) sacerdotale”, autrice del brano iniziale della Sacra Scrittura, ha scelto di tracciare la storia della salvezza nel suo sviluppo storico proprio ricorrendo alle genealogie. Ne incontriamo molte nella Genesi, a partire dai capitoli 5 e 10: è un modo per mostrare che attraverso il filo delle generazioni passa anche la segreta ed efficace presenza di Dio. Esse continuano a riflettere l’amore divino per le sue creature. La famiglia è, così, un grande segno della benedizione e della salvezza offerta dal Signore alle sue creature.