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domenica 23 marzo 2025
 

Domenica 24 ottobre 2021 - I Domenica dopo la Dedicazione il mandato missionario

La pagina del Vangelo di questa domenica è composta – come si legge anche nelle note ufficiali della traduzione della Bibbia della Cei – da versetti non sempre accolti dalla Chiesa nei primi secoli, e che sono omessi in alcuni manoscritti autorevoli: queste righe, ritenute comunque Scrittura ispirata, canonica, non sono dell’autore “Marco”, ma un’aggiunta successiva al suo Vangelo. In questi versetti (Marco 16,9-20) si trova un rapido riassunto delle apparizioni del Risorto, ripreso dalle finali degli altri Vangeli: Marco, infatti, interrompe bruscamente il suo racconto, registrando sì le parole del giovinetto nella tomba con l’annuncio che il Crocifisso è vivo, ma anche il silenzio delle donne, che «non dissero niente a nessuno, perché erano impaurite» (16,8).

Il rischio di non dire niente a nessuno è quello che corriamo tutti: pur avendo ricevuto il dono della fede con il Battesimo, e l’educazione da parte di chi ci ha insegnato a vivere cristianamente, può accadere di non essere testimoni del Risorto.

Gesù invece ci sprona ad annunciare la buona notizia e la vita buona che viene dal conoscere e seguire il suo Vangelo: in questa domenica siamo invitati a prendere parte alla vita ecclesiale attraverso la preghiera liturgica (è quanto chiede l’Apostolo nella Prima lettera a Timoteo) e fare come Filippo, di cui leggiamo nel brano dagli Atti degli Apostoli.

Anche Filippo (uno dei sette a servizio dei poveri di Gerusalemme), come già le donne, è spronato ad andare, ad annunciare il Vangelo, questa volta da un angelo del Signore che gli dice «Alzati e va’!» (Atti 8,26). Il suo mandato è, più precisamente, quello di superare quelle soglie mai varcate prima: quella degli abitanti della Samaria (Atti 8,4-8), a cui Filippo si rivolge, mentre nemmeno Gesù non era riuscito a raggiungerli (Luca 9,51-56); e la soglia dell’annuncio a un eunuco etiope, forse uno straniero, aperto però alla fede nell’unico Dio, e a cui Filippo presenta Gesù Cristo.

Il mandato missionario rivolto dal Risorto ai discepoli, di cui si legge nel Vangelo di oggi, è quello che fa stare in piedi la Chiesa, che non è un’aggregazione di chi cerca compagnia, ma l’insieme dei discepoli che annunciano la risurrezione di Gesù Cristo.

Tale annuncio è per tutti («andate in tutto il mondo»; «ogni creatura»); è un mezzo per la salvezza («chi crederà e sarà battezzato sarà salvo»); avviene liberando uomini e donne dal male («nel mio nome scacceranno demoni»; «prenderanno in mano serpenti») e dalla malattia («imporranno le mani ai malati e questi guariranno»); cioè – in sintesi – riproponendo esattamente quello che Gesù ha fatto nella sua missione terrena.

Non si tratta, quindi, soltanto di un annuncio fatto di parole, ma di un messaggio che si realizza e si mostra nella concretezza di gesti e di attenzioni agli altri, per la salvezza del mondo. Tutti ci possiamo misurare con questi versetti, che sono la verifica dell’efficacia della nostra azione missionaria e, in ultimo, della nostra fede.


21 ottobre 2021

 
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