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sabato 14 dicembre 2024
 

Domenica delle Palme (Anno B) - 28 marzo 2021

La diversa economia della Maddalena

Gesù disse: «Lasciatela stare; perché la infastidite? Ha compiuto un’azione buona verso di me. [...] Ha unto in anticipo il mio corpo per la sepoltura. In verità io vi dico: dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto». Marco 14,1-15,47

 

All’inizio della passione di Gesù, il Vangelo di Marco colloca due figure: Giuda e la donna con il vaso pieno di profumo. Quella donna che nei secoli successivi diventerà nella pietà popolare la Maddalena era la combinazione di tre donne: Maria Maddalena, dalla quale Gesù «aveva scacciato sette demoni» (Mc 16,9), Maria di Betania, sorella di Marta e Lazzaro, e la donna che versa un vaso di profumo sul capo (o sui piedi) di Gesù.

E quel discepolo che nel Vangelo di Marco protesta contro la donna che spreca quell’olio invece di «venderlo per più di trecento denari e darli ai poveri», nel Vangelo più tardo di Giovanni diventa Giuda Iscariota: il traditore, il cassiere, il venditore di Gesù per trenta denari, dieci volte meno del valore dell’olio della “Maddalena”.

Il denaro è protagonista anche dei giorni finali e decisivi di Gesù. Nel Vangelo di Giovanni inizia la sua missione scacciando i mercanti dal tempio, per affermare la diversa economia del Regno, dove legge aurea è la gratuità; ora termina il suo compito terreno con altri denari: trenta e trecento.

Tutta la storia della Chiesa e dell’Europa si è mossa fra i trenta denari di Giuda e i trecento della Maddalena. Denaro sbagliato, che prende il posto di Dio, che si ottiene a ogni costo, anche vendendo le persone, persino vendendo Dio. Giuda è stato per secoli immagine di un certo tipo di mercante senza scrupoli, che mette mammona al posto di Dio; un mercante cattivo che in certi secoli ha avvolto tutti i mercanti, inclusi quelli buoni, erroneamente assimilati anche loro a Giuda.

Dall’altra parte c’è la donna, la Maddalena, che ha un altro rapporto con il denaro. Non si muove nel registro del calcolo utilitaristico, sa sprecare una somma dieci volte maggiore del pagamento di Giuda, pur di lodare e onorare Gesù. La storia economica europea è stata un alternarsi di Giuda e Maddalena, di denaro usato male o bene. Ancora oggi il denaro continua a essere usato per pagare ingiustizie e tradimenti, per comprare e vendere essere umani, per vendere anche Dio – e lo facciamo più spesso di quanto si creda, perché ogni vendita di un uomo è sempre vendita di Dio. Ma mentre continuiamo a perpetuare il peccato di Giuda, qualcuno, molte donne, continua a usare il denaro per onorare l’uomo e quindi Dio.

 

IL SEGNO DI GIUDA.

 

Denari i trenta di Giuda, denari i trecento della donna; all’apparenza identici, salvo per la quantità, nella sostanza diversi. Dobbiamo imparare a riconoscere i denari di Giuda e della Maddalena, a separarli, a metterli gli uni contro gli altri. Troppi denari di Giuda sono benedetti e scambiati per quelli della Maddalena e viceversa; troppe volte accettiamo donazioni di chi quei denari li ha fatti vendendo uomini e Dio, perché incapaci di riconoscere il segno di Giuda nella loro effige.

Le ultime parole di questo Vangelo sono per la Maddalena: «Maria di Màgdala e Maria madre di Ioses stavano a osservare dove veniva posto». La donna vince Giuda, e «dovunque sarà proclamato il Vangelo, per il mondo intero, in ricordo di lei si dirà anche quello che ha fatto». Incluso questo breve articolo, che vuole essere un “ricordo di lei”, e della sua diversa economia.


25 marzo 2021

 
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