Lc 24, 1-12 - Veglia pasquale nella Notte Santa - (19 aprile 2025) -
Il silenzio del sabato santo non è un silenzio scenico, cioè uno di quei silenzi che si usano a teatro come tempi tecnici per il cambio di scenografia, o per l’allestimento di una nuova scena. Troppo spesso come cristiani siamo abituati ad usare il sabato santo semplicemente come quel tempo in cui smantelliamo gli altari delle liturgie del venerdì Santo, e allestiamo tutto il necessario per la grande veglia di Pasqua.
Ma il sabato Santo è il grande silenzio che ci prepara davvero a celebrare la Pasqua, perché è il silenzio delle donne che ignare di quello che stava per accadere a loro e a tutto il resto dell’umanità, si impegnano indaffarate a preparare gli aromi profumati con cui avrebbero unto il cadavere di una persona amata. Tutta la loro energia è finalizzata su un cadavere, ma mai potevano immaginare che tutto quel lavorio sarebbe stato completamente inutile. Non avrebbero mai usato quegli unguenti, perché non avrebbero mai trovato quel cadavere. “Non cercate tra i morti, colui che è vivo”. Ma la verità è che loro non sanno nulla.
La Pasqua accade sempre a nostra insaputa, e ce ne accorgiamo dopo, con il tempo. Per giorni, e per lungo tempo abbiamo perso energie tentando di capire come spostare il masso davanti al sepolcro dei nostri problemi, delle nostre croci, delle nostre disperazioni. Ma erano preoccupazioni inutili perché Dio interviene sempre lì dove finiscono le nostre forze e le nostre capacità. Eppure basterebbe un po’ più di fiducia, un po’ più di affidamento. Il silenzio del sabato santo è il preludio di una conversione. Non ci sono più parole perché la Croce le ha tolte tutte. Ma proprio lì dove sono finite le parole iniziano i fatti. La Pasqua è un fatto, non è più semplice parola, una semplice promessa. I fatti sono superiori alle parole, per questo il silenzio di questo sabato santo è un’inconsapevole professione di fede che solo dopo si capirà.
Vai alle LETTURE DEL GIORNO