Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
domenica 25 maggio 2025
 

L’esperienza decisiva della vita spirituale è abitare il vuoto

Gv 20,11-18 - Martedì fra l'Ottava di Pasqua - (2 aprile 2025) - 

“Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva”. È interessante come la Pasqua inizi sempre con un fraintendimento. Tutti sono convinti che ormai la storia e la vicenda di Gesù sia finita, ma invece quella fine è solo un nuovo inizio. Eppure tutti hanno solo gli occhi sulla fine. 

C’è bisogno di tempo prima che capiscano che in quella fine c’è anche altro. Maria di Magdala è lì vicino al sepolcro vuoto. Non può ancora sapere che quel sepolcro vuoto rimarrà per sempre come il segno più tangibile della resurrezione di Gesù. Per lei quel sepolcro vuoto è solo l’ennesimo capitolo di dolore nella grande tragedia di quei giorni terribili di passione. Eppure Maria di Magdala ci dà una lezione immensa: ella rimane lì davanti a quel vuoto. Non scappa, non edulcora quella esperienza tanto terribile.

Noi molto spesso non sopportiamo il vuoto, e pur di non sentirlo siamo disposti a riempirlo con qualunque cosa. L’esperienza più decisiva della vita spirituale è abitare il vuoto che tante volte si affaccia dentro il nostro cuore. Abitarlo con l’ostinazione dell’amore. Abitarlo come la Maddalena. Ma non basta l’amore e il desiderio di questa donna, serve che accada qualcosa di imprevisto. È qui che entra in scena Gesù: “Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?»”. Già un’altra volta Gesù aveva fatto la medesima domanda. 

Era nel Getsemani e all’arrivo delle guardie domanda proprio “Chi cercate?”. L’esperienza di fede è l’esperienza di lasciarci raggiungere da questa grande domanda: chi cerchi veramente? Infatti si può ricercare la fede solo come un modo per trovare noi stessi. Ma la fede vera è quando ti accorgi che esiste qualcosa di più interessante di te stesso, e questo è Dio. La Maddalena non sta pensando a sé, sta pensando a Gesù e proprio per questo Gesù può parlarle rivelandole chi è veramente. E non servono effetti speciali, basta solo che Egli pronunci il suo nome: “Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!»”.

Vai alle LETTURE DEL GIORNO


21 aprile 2025

 
Pubblicità
Edicola San Paolo