Lc 1,26-38 - Annunciazione del Signore - Solennità - (25 marzo 2025) -
La festa dell’annunciazione per noi cristiani non è semplicemente il ricordo di un momento preciso nella storia personale di Maria, ma è una festa importantissima che ci ricorda l’inizio di tutta la storia della salvezza poiché attraverso il si di questa donna, tutte le promesse di Dio diventano vere e concrete. Dovrebbe lasciarci sempre abbastanza attoniti renderci conto di come Dio si consegni alla libertà di una donna per poter agire nella storia.
Lui che può tutto si fa bisognoso del si di una creatura, e questo per un motivo molto semplice: non ci potrebbe essere nessuna salvezza se non attraverso l’esperienza dell’amore, ma l’amore è possibile solo se le persone coinvolte in questo amore sono pienamente libere. Dio non forza nessuno. Dio è amante della nostra libertà. Anzi, proprio per amore di questa libertà, manda suo figlio a offrire se stesso affinché nessuno di noi possa essere più schiavo di nulla, né del peccato, né della morte.
Ma il racconto che ci viene offerto dalla pagina dell’evangelista Luca non ci racconta di un incontro rassicurante, ma di un dialogo che mette in crisi, che fa nascere dubbi, che turba, un po’ come capita a tutti noi quando davanti agli imprevisti della vita ci sentiamo sconvolti e destabilizzati. La forza di questa donna non è nella sua intelligenza capace di capire tutto e controllare tutto. Ma la forza di questa donna è nella sua capacità di fidarsi nonostante tutto e tutti.
“Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto»”. Se solo trovassimo la forza di dire ogni giorno, e davanti a qualunque cosa che capita nella nostra vita, “eccomi”, allora ci accorgeremo di non essere soli, e di vedere stesa su di noi la potenza dell’altissimo che capace di compiere cose a noi impossibili.
Vai alle LETTURE DEL GIORNO