Mt 5,17-19 - Mercoledì della III Settimana di Quaresima - (26 marzo 2025) -
“Chi dunque trasgredirà uno solo di questi precetti, anche minimi, e insegnerà agli uomini a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà agli uomini, sarà considerato grande nel regno dei cieli”. Un certo modo di intendere il cristianesimo, e forse anche di spiegarlo agli altri, può farci cadere nel terribile errore di confondere il messaggio di Cristo per una sorta di buonismo che non ha bisogno né di regole, né di morale.
Forse tra tutte le tentazioni del maligno, questa è la più terribile perché è difficile da smascherare. Ma bastano le parole del Vangelo di oggi per ricordarci che l’esperienza cristiana non è un modo per non avere regole, orientamenti, valori, direzioni, ma è un modo di ricordarci il motivo per cui tutte queste cose valgono davvero la pena. Nell’esperienza cristiana non si segue una regola per diventare degni dell’amore, o per comprarsi l’affetto di Dio, o per meritarsi il paradiso. Nell’esperienza cristiana una regola serve a liberare, a esprimere la forza dell’amore, a non sprecare il bene che Dio ci riserva, a trasformare in paradiso già l’esperienza presente.
Se tu hai un figlio e per dimostrargli il tuo amore lo privi di qualunque metodo, di qualunque argine, di qualunque direzione o correzione, in realtà lo stai condannando all’infelicità. Amare è anche insegnare all’altro come regolarsi nella vita. Chi non sa regolarsi (cioè chi vive senza regole) è destinato a fallire. Tu sai regolarti? Tu hai delle regole? Ma soprattutto perché le segui?
Vai alle LETTURE DEL GIORNO