Mt 13,47-53 - Sant'Ignazio di Loyola, Presbitero - Memoria (31 luglio 2025)

La pagina del Vangelo di Matteo ben descrive la spiritualità, il ministero, la missione, la descrizione più efficace di un grande santo come quello di cui oggi si festeggia la memoria: Sant’Ignazio di Loyola.

Questo soldato divenuto discepolo è stato un raffinatissimo uomo di Spirito che ha insegnato alla Chiesa il dono potentissimo del discernimento, cioè della capacità di saper distinguere le cose, di saper vedere la differenza tra il bene e il male, tra ciò che viene da Dio e ciò che viene dal maligno. In barba a tutti i tentativi psicologici che nei secoli successivi avrebbero tentato in tutti modi di catalogare il cuore dell’uomo, Ignazio mostra come la luce dello Spirito sa illuminare e liberare l’uomo dal suo di dentro.

Il frutto più grande di una simile azione è la libertà, quella vera, quella interiore, quella cioè che non dipende dalle circostanze intorno a noi. Chi è libero così è totalmente indifferente a quello che accade fuori di lui. È questo non perché è immune dal male, dagli sconvolgimenti, dagli imprevisti, da tutti gli accadimenti della vita, ma solo perché ognuna di queste cose non ha più il potere di togliergli la pace. Chi vive così ha trovato Dio nel centro stesso del proprio cuore e tanto basta a non avere più paura. Solo chi ha fatto questa esperienza può diventare un aiuto formidabile per gli altri.

Tutti dobbiamo diventare degli scribi convertiti: «Per questo ogni scriba divenuto discepolo del regno dei cieli è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». In pratica, chi si converte in questo modo è capace di saper tirar fuori le cose che contano al momento giusto prendendo la decisione giusta.

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