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venerdì 21 marzo 2025
 

La cosa che teme di più il male è la comunione

Mc 6,7-13 - Santi Paolo Miki, Presbitero e compagni, martiri - Memoria - (6 febbraio 2025) - 

Il Vangelo di oggi ci parla in maniera dettagliata dell’equipaggiamento che un discepolo di Cristo deve avere: “Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche”.

La prima cosa su cui devono fare affidamento non sono gli eroismi personali ma le relazioni. È questo il motivo per cui li manda a due a due. Non è una strategia di vendita porta a porta, ma la chiara indicazione che senza delle relazioni affidabili il Vangelo non funziona e non è credibile. In questo senso la Chiesa dovrebbe essere principalmente il luogo di queste relazioni affidabili. E la prova dell’affidabilità la si vede dal potere che si ha contro il male. Infatti la cosa che teme di più il male è la comunione. Se tu vivi in comunione allora hai potere “sugli spiriti immondi”.

Si comprende allora come mai la prima cosa che fa il male è far entrare in crisi la comunione. Senza questa affidabilità delle relazioni lui può spadroneggiare. Divisi siamo vinti, uniti siamo vincitori. Ecco perché la Chiesa deve sempre avere come primo obbiettivo la difesa della comunione. “E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio”; sarebbe da sprovveduto affrontare la vita senza un punto d’appoggio. Ognuno di noi non può solo fidarsi delle proprie convinzioni, dei propri ragionamenti, delle proprie emozioni. Ha bisogno, invece, di qualcosa che gli faccia da punto d’appoggio.

Per un cristiano la Parola di Dio, la Tradizione, il Magistero non sono ornamenti, ma il bastone su cui poggiare la propria vita. Stiamo assistendo invece al dilagare di un cristianesimo intimistico tutto fatto di “io penso”, “io sento”. Questo tipo di approccio alla fine ci fa ritrovare fermi e molto spesso smarriti. Avere un punto oggettivo su cui poggiare la vita è una grazia, non un limite. 

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05 febbraio 2025

 
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