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domenica 09 novembre 2025
 

La vera compassione cristiana è lasciarsi toccare dal dolore dell'altro

Lc 10,25-37 - Lunedì della XXVII Settimana del Tempo Ordinario (6 ottobre 2025) - 

La parabola del buon samaritano raccontata nella pagina del Vangelo di Luca di oggi, viene detta da Gesù per spiegare al dottore della legge che lo sta interrogando, chi è il nostro prossimo. Gesù spiega che la vera risposta a questa domanda è diversa dalle nostre aspettative. Siamo noi che dobbiamo diventare prossimi degli altri, cioè dobbiamo comportarci come quel samaritano che non si limita semplicemente ad accorgersi del dolore di quella persona.

Non lo osserva solo esternamente, come fanno gli altri due che gli passano accanto, ma lascia che la sofferenza di quell’uomo gli tocchi il cuore fino a fargli cambiare programma, farlo fermare, a fargli compiere gesti di tenerezza e di responsabilità nei suoi confronti. Quando Dio ci dice che dobbiamo essere uomini e donne di carità, non ci sta chiedendo di assumerci la responsabilità del mondo intero, ma di assumerci la responsabilità solo e soltanto di chi incrociamo nella nostra vita.

Quelle persone forse avranno solo noi come occasione per non essere lasciate sole, per essere aiutate, per essere confortate, per essere salvate. Forse Dio ha solo noi in quel momento per potersi far presente nella vita e nella sofferenza di queste persone. Se noi disertiamo questo appuntamento che scusa mai potremmo accampare a Dio? Ecco perché è nella conclusione del Vangelo che troviamo la sintesi programmatica della nostra vita: “Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso»”.

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05 ottobre 2025

 
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