Il signore in giacca e cravatta arancio sgargiante che ieri in piazza Duomo arringava una folla stretta stretta in cui spiccavano molti pseudo-automobilisti in attesa del carrattrezzi - tutti pronti a giurare che il Covid è un'invenzione - non è un cameriere della vicina Terrazza Aperol, ma l'ex generale di brigata dei Carabinieri Antonio Pappalardo, oggi capopolo antigovernativo dei gilet arancione, colore scelto per dare una ripassata cromatica al vecchio movimento dei “forconi”. Insomma, il tentativo è quello di fare il verso ai gilet gialli che hanno messo a ferro e fuoco la Francia nei mesi scorsi. Ignoro se i loro leader indossassero giacche giallo canarino, ma non credo, i francesi hanno stile anche quando vanno sulle barricate, mai si sognerebbero di vestirsi da evidenziatore come Pappalardo. E comunque l'orizzonte politico di riferimento non sembra essere i "gilets jaunes" quanto il raduno dei puffi blu di Laderneau (Ricordate? "Pufferemo il virus").
Ora, delle due l'una: o si è scoperto che l’arancio protegge dal Covid-19, oppure abbiamo assistito alla più imponente manifestazione di ingenui degli ultimi decenni, poiché nessuno di loro aveva la mascherina e teneva la men che minima distanza, proprio nel giorno in cui in Lombardia si superava la soglia dei 16 mila morti. Non mi dilungo sulla doverosa e civica prudenza e sul fatto che un ex generale della Benemerita la legge dovrebbe osservarla sempre, anche in pensione (sono stati violati l'obbligo di distanza e di mascherina, ma potrebbe configurarsi anche il reato di procurato contagio ai sensi dell’articolo 438 del codice penale). Mi limito a ricordare che anche se si può sprizzare di salute, la salute non è uno Spritz e che i negazionisti catarifrangenti del coronavirus rischiano di fare (anzi, di farci fare) una pessima fine.
Quanto ai contenuti, tra le recenti dichiarazioni del neo Generale “Aperol” c’è la seguente, consultabile su you tube: «Uno che lavora con noi, di Bergamo, si sente improvvisamente male: tosse, respirazione affannosa come il Coronavirus ma ha deciso di curarla come una normale influenza e di fare anche gli esercizi di yoga, di autoconcentrazione. Bene, è guarito. Come ha detto il dottor Montanari, l’uomo è fatto di fisico ma anche di mente». Che insomma il Covid si cura con lo Yoga. A Bergamo. Non so se ridere o piangere, non so nemmeno se il Covid ci ha reso tutti più buoni, certamente non ci ha fatti più saggi.