Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
mercoledì 16 ottobre 2024
 
Il blog di Gianfranco Ravasi Aggiornamenti rss Gianfranco Ravasi
Cardinale arcivescovo e biblista

Il gioco appassionato e libero del Creatore

L’immagine ludica è utilizzata nella Sacra Scrittura per descrivere in modo analogico la felicità di Dio e in Dio, dalla quale è scaturito il mondo come dalle mani di un artista

«Ero con lui come una giovane, ero la sua delizia ogni giorno, giocavo davanti a lui ogni istante, giocavo sul globo terrestre » (Proverbi 8,30-31). È da varie tappe del nostro viaggio all’interno dell’orizzonte Creato, così come è rappresentato dalla Bibbia, che abbiamo suggerito ai nostri lettori di sostare davanti alle meraviglie della natura, tenendo in mano le Sacre Scritture in qualche loro pagina. Il celebre pensatore francese Michel de Montaigne (1533-1592) nei suoi Saggi affermava: «La natura altro non è che una poesia enigmatica».

In realtà, nella visione biblica in quell’armonia è decifrabile un senso, anzi, un messaggio e una presenza. Ora, nel passo biblico che noi abbiamo sopra citato estraendolo da un inno grandioso in cui la Sapienza divina si autopresenta, si ha una sorprendente metafora per definirla: è quella da noi tradotta con «una giovane ». In realtà in ebraico abbiamo un termine che non ricorre altrove nella Bibbia, ’amôn (si trova, però, due volte nella variante hamôn), e che potrebbe designare anche un «architetto, artefice», ma è possibile pure la resa «ragazzo, giovane».

Sia nell’uno che nell’altro caso la Sapienza del Creatore – che in questo inno è personificata sotto i tratti di una figura femminile – sarebbe raffigurata con simboli che evocano arte, festa, bellezza. A spingerci verso l’immagine della ragazza è proprio il verbo successivo che per due volte parla di «gioco». Nelle distese immense dei cieli, negli spazi mirabili della natura Dio sembra del tutto immerso in un atto creativo libero e appassionato, un po’ come accade al bambino quando sta giocando o al giovane abbandonato al ritmo della danza. Tutte le sue energie intellettuali e fisiche sono assorbite in quel piacere intimo e totale. È ciò che si ripete per l’artista quando è coinvolto nella sua attività creatrice: nulla lo distrae e il suo spirito e il suo corpo sono totalmente consacrati all’opera che sta uscendo dalle sue mani. Ebbene, non di rado in teologia si è ricorsi proprio al simbolo del gioco e della creazione artistica per parlare in modo analogico di Dio. Chi conosce qualcosa di questa scienza sacra avrà sentito parlare, per esempio, dell’«analogia estetica» sviluppata dal teologo svizzero Hans Urs von Balthasar, oppure di quella «ludica» (cioè legata all’immagine del gioco) suggerita dallo statunitense Harvey Cox. Il gioco puro, senza l’inquinamento dell’interesse o della violenza come avviene oggi in certi sport, il gioco innocente e libero del bambino può essere un’analogia, cioè un modo umano adatto a descrivere la divinità, la felicità di Dio e in Dio.

L’abbandono di tutto l’essere che l’artista, come si diceva, sperimenta nell’istante creativo si trasforma in un segno visibile dell’infinita perfezione della mente e dell’azione del Creatore. C’è, a questo proposito, un testo molto suggestivo di Lutero che, ammiccando idealmente al passo del libro dei Proverbi da noi proposto, così dipinge la meta ultima della storia e dell’essere creato: «Allora l’uomo giocherà col cielo e con la terra, giocherà col sole e con tutte le creature. Tutte le creature proveranno anche un piacere immenso, un amore immenso, una gioia lirica, e rideranno con te, o Signore, e tu a tua volta riderai con loro».


10 settembre 2020

Tag:
 
Pubblicità
Edicola San Paolo