La Crocifissione di San Pietro, affresco di Michelangelo Buonarroti (1475-1564). Città del Vaticano, Cappella Paolina.
"Quando sarai vecchio tenderai
le tue mani, e un altro ti vestirà
e ti porterà dove tu non vuoi".
(Giovanni 21,18)
Il quarto Vangelo si conclude con
un’appendice che vede come protagonista Simon Pietro che viene di nuovo investito dal Cristo risorto della
missione di pascere il gregge della
Chiesa (21,15-17). In quel momento
solenne, scandito da una
triplice professione d’amore
richiesta all’apostolo dallo stesso Gesù, si insinua un intervento
molto allusivo, per non dire enigmatico,
del Maestro.
Eccolo nella sua integralità:
«In verità in verità ti dico: quando eri
più giovane, ti vestivi da solo e andavi dove volevi. Quando sarai vecchio, invece,
tenderai le tue mani e un altro ti vestirà
e ti porterà dove tu non vuoi» (21,18).
È
evidente la sequenza dei contrasti
tra giovinezza e vecchiaia, tra il cingersi
da soli la fascia che stringeva l’ampia tunica orientale e l’essere aiutati da un altro,
tra il camminare libero e spontaneo e l’essere condotti forzosamente, tra una meta
desiderata e voluta e una direzione imposta e ignota.
Si ha, dunque
,
la parabola
della vita di Pietro
che, dopo una vivace
giovinezza e maturità, dovrà avviarsi a
un traguardo di sofferenza e persino di
prigionia, seguendo idealmente i passi
del suo Signore («Anche Cristo patì per
voi lasciandovi un esempio, perché ne
seguiate le orme», si legge in
1Pietro 2,21).
Molti studiosi pensano che queste righe vogliano evocare proprio
il martirio
di Pietro. Anzi, quel “tendere le mani”
sembrerebbe essere una raffigurazione
della
crocifissione
a cui, secondo la tradizione, sarebbe stato condannato l’apostolo, dopo essere stato legato e preparato
per l’esecuzione capitale. Certo è che per
molti autori cristiani dei primi secoli come Giustino, Ireneo, Cipriano e la cosiddetta
Lettera di Barnaba
, “stendere/protendere le mani” è una prefigurazione
della crocifissione, e Tertulliano, sulla base del nostro passo parlerà esplicitamente della croce a cui Pietro fu legato.
Avremmo, così, nel quarto Vangelo la
più antica testimonianza del martirio di
san Pietro (la tradizione aggiungerà il
particolare della
croce capovolta,
rappresentata in modo emozionante da Michelangelo in un grande affresco della
Cappella Paolina in Vaticano). Non per
nulla l’evangelista, subito dopo le parole di Cristo, aggiunge un commento significativo: «Questo disse Gesù per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio» (21,19
).