Fede e coronavirus. La Quaresima di quest’anno, davvero inedita, ci coglie in cammino verso il buio del Getsemani, la brutalità del Calvario, ma anche verso la luce che promana dalla Resurrezione dell’alba di Pasqua. “Nell'angoscia ho gridato al Signore; mi ha risposto, il Signore” (Salmo 118). Abbiamo voluto aprire un Diario della speranza e raccogliere le riflessioni di diversi personaggi, dal cardinale al prete di strada, dal monaco al vescovo, che ci accompagnano verso la Pasqua. A ognuno abbiamo posto proposto questa traccia di riflessione: «Cosa suggerisce, basandosi sull’Antico e Nuovo Testamento, sulla scorta del Magistero e della sua esperienza pastorale, ai familiari che hanno perso un loro caro, agli ammalati che stanno combattendo contro il virus, alle persone che hanno una paura profonda e paralizzante per sé, per i propri cari, per l’Italia?».
Il sesto contributo è di don Fabio Corazzina*
«Innamorati e vivi» è il tema della giornata in ricordo dei missionari martiri che abbiamo vissuto in questa quaresima religiosa e civile. Era il 24 marzo 1980 il giorno in cui fu ucciso, da una dittatura spietata in Salvador, il cardinale Oscar Arnulfo Romero. Lo ricordo perché non ha abbandonato il suo popolo nei momenti difficili, … come dovremmo fare noi: non abbandonare la comunità, ma prenderci cura di lei ancora di più! Ma non è così, in questi giorni non è così.
Stiamo archiviando le nostre appartenenze sentendoci più leggeri e liberi. Come se i legami e gli impegni, i sogni e i progetti sociali e solidali, educativi e di cittadinanza fossero stati solo un peso di cui liberarci il prima possibile, per poter nascere. Domandiamoci quanto abbiamo ancora a cuore i nostri gruppi, associazioni, oratori, parrocchie, comunità, spazi accoglienti…
Una bellissima poesia di Giorgio Caproni ci descrive:
«Tutti i luoghi che ho visto,
che ho visitato,
ora so - ne sono certo:
non ci sono mai stato»
Oscar Romero, quell’uomo ammazzato per amore della comunità e della sua gente, ci regala due suggerimenti, due indicazioni, due strade:
«Innamoràti e vivi» … come aggettivi, spero, che ci descriva. Innamoràti della vita, della donna o dell’uomo che ci sta accanto, della bellezza prorompente, della diversità, dei nostri figli, delle persone che incontriamo, della nostra pluriforme città, di questo mondo un po’ in subbuglio, della musica e dell’arte, del cosmo intero con le sue meravigliose proposte. E vivi dentro un inesauribile intreccio di relazioni e di possibilità mai abbandonate. Senza paura perché liberi, senza solitudini perché fratelli, senza abbandoni perché essenziali.
«Innamòrati e vivi» … come imperativo che ci toglie dalle sabbie mobili di questo pantano in cui ci siamo ritrovati per reintroduci nella storia, nei luoghi, nelle persone, nelle “eu-topie” come diceva don Tonino Bello, in un mondo nuovo e possibile. Innamòrati, ancora, per superare la paura che ti paralizza di fronte all’ignoto, la mancanza di respiro che ci terrorizza, l’incompiuta onnipotenza che non ci appartiene.
Alla sua piccola comunità cristiana di Roma Paolo scrive (12): «Chi dona, lo faccia con semplicità. Chi ha responsabilità nella comunità, dimostri cura e diligenza. Chi aiuta i poveri, lo faccia con gioia e sincerità». Ma, per favore facciamolo e non ritiriamoci a vita privata! Inventate vie nuove e siate creativi… Buona giornata e buona strada … insieme!
*L'autore
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Don Fabio Corazzina è nato a Castenedolo nel 1960 ed è stato ordinato a Brescia nel 1984. Attualmente è parroco di Santa Maria nascente, a Fiumicello dopo essere stato curato, a Brescia, a Santa Eufemia della Fonte (1984 - 1991); curato a Rovato (1991 - 2000); curato, a Brescia, a San Bartolomeo (2000 - 2002); prima curato e poi presbitero collaboratore a San Giovanni Evangelista (2002 - 2005 e 2005 - 2009); presbitero colaboratore e poi parroco a Santa Maria in Silva (2009-2019). Dal 2005 al 2009 è stato coordinatore nazionale di Pax Christi.