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sabato 22 marzo 2025
 

«Io nel tempo che passa non vedo festa, ma la tomba»

Caro padre, tra le tante umane follie non manca di stupirmi quella di festeggiare il tempo che passa. Capisco che lo si faccia quando si è molto giovani e si vive nell’illusione che il futuro possa riservare chi sa quali gioie e soddisfazioni. Ma quando gli anni si accumulano bisognerebbe capire che il trascorrere del tempo ti ruba forza, salute, facoltà fisiche e mentali oltre che affetti e persone care, scagliandoti inesorabilmente nel baratro della vecchiaia e infine nella tomba. Penso che nessuno accoglierebbe a braccia aperte il ladro che viene a svaligiargli la casa o l’assassino che viene ad ammazzarlo. Se solo ci riflettessero un attimo i tanti che già smaniano in attesa delle “feste di fine anno’’ e che non vedono l’ora di buttar fuori quello vecchio per accogliere trionfalmente il nuovo...

SALVATORE RUSSO

Caro Salvatore, il tempo che passa può essere paragonato a un ladro che ci ruba forza, salute, affetti. Il paragone del ladro si trova anche nel Vangelo ed è ripreso da san Paolo, ma non è riferito al tempo, ma al Signore stesso. Il suo giorno, spiega l’apostolo, «verrà come un ladro di notte» (1Ts 5,1). L’invito è a vivere bene, come figli della luce, a vegliare sulla nostra vita perché sia conforme all’amore di Dio. E allora per noi il Signore non sarà come un ladro che ci deruba in modo inaspettato, e la vita non si concluderà nella tomba, ma nell’incontro gioioso con il nostro Salvatore. Che senso ha, allora, festeggiare compleanni o l’inizio di un nuovo anno? Ringraziare per il dono della vita e per le nuove possibilità che abbiamo di amare, fare del bene, donare un sorriso. I limiti e i malanni dell’età non ci impediscono di fare tutto questo. E di essere felici.


09 novembre 2018

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