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martedì 20 maggio 2025
 
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Quando ai servizi sociali c'era Forlani

Tra le ipotesi di affidamento ai servizi sociali di Silvio Berlusconi si parla anche della costruzione di un parco disabili nella sua residenza di Arcore. Pare che l’idea sia di uno dei suoi legali, l’avvocato Franco Coppi: un escamotage per permettergli quell’ "agibilità politica" di cui avrebbe bisogno il leader di Forza Italia per guidare il partito e muoversi sulla scena parlamentare italiana ed europea. In questi giorni a noi piace ricordare l’esempio di un suo predecessore, Arnaldo Forlani, la F del patto del Caf (gli altri due erano Andreotti e Craxi), condannato nel 1998 a due anni e due mesi per finanziamento illecito ai partiti nel processo sulla maxitangente Enimont.

Forlani, più volte deputato, premier nei primi anni '80, più volte ministro, capo dello Stato per un soffio (29 voti) nel 1992, segretario della Dc, scontò per intero la sua pena a Roma, presso la Caritas diocesana della Capitale, con “socratica rassegnazione”, come ebbe a dire più volte. Quell'esperienza di una vita precipitata dal potere al silenzio è stata raccontata in un’intervista al giornalista Sebastiano Messina. Le sue 790 giornate di affidamento ai servizi sociali trascorsero tutte allo stesso modo: la mattina  l’ex premier prendeva la sua Micra Verde, attraversava Piazza San Giovanni ed entrava nel cortile del Vicariato, dove ha sede la Caritas. Il suo ufficio, condiviso con un archivista volontario di origine srilankese, Alexius Perera, era una mansardina con scrivania in formica, armadi metallici e classificatori colorati, due piani più su rispetto agli uffici del cardinale Camillo Ruini, allora presidente della Cei. L’archivista Arnaldo Forlani sistemava i ritagli di giornale, fotocopiava la rassegna stampa, collaborava senza firmare alla rivista bimestrale “Roma Caritas”, mangiava con gli altri colleghi alla mensa diocesana. Aveva scelto il silenzio nonostante si fosse sempre proclamato innocente: “Per me”, commentava, “il fatto che le cose umane si esauriscano, che prendano una piega diversa, appartiene all’ordine naturale delle cose”.


11 aprile 2014

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