Fatti a immagine di Dio Trinità
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Giovanni 16,12-13
Il tempo di Pasqua si è concluso solennemente con la Pentecoste, che apre l’epoca della Chiesa e della sua azione nel mondo: il libro degli Atti, che ci ha accompagnati lungo i 50 giorni in cui abbiamo celebrato e gustato la gioia e la gloria della Resurrezione, ci ha ricordato che l’opera di Dio, inaugurata al principio della creazione, proseguita nella storia della salvezza e nelle vicende del popolo di Israele, culminata nella Redenzione, affidata agli apostoli e alla Chiesa nascente, continua «tutti i giorni, fino alla fine del mondo» nell’azione di ogni apostolo in ogni tempo. Anche noi, che siamo Chiesa, compiamo gli stessi atti degli apostoli: nella nostra vita, nella quotidianità delle nostre azioni, dei nostri impegni, corrispondendo con perseveranza, intelligenza e amore alla nostra vocazione, facciamo quanto hanno fatto prima di noi tutti i santi, i patriarchi, i profeti, gli apostoli, e concorriamo a costruire il Regno di Dio. Compiamo le opere di Gesù, che ci ha promesso: «Chi crede in me compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre» (Giovanni 14,12). Quale straordinaria chiamata!
La solennità di oggi ci rivela che siamo innestati nell’amore grande di Dio effuso su ogni battezzato, amore che abbiamo celebrato nel giorno di Pentecoste. San Paolo (II lettura) conferma: «Siamo in pace con Dio per mezzo di Cristo» e «l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito che ci è dato». Il libro dei Proverbi (I lettura) fa parlare la Sapienza di Dio, formata fin dal principio, presente «come artefice» a tutta l’opera creativa, gioia e delizia del Creatore, espressione della Trinità Una che è il nostro Dio, amore che dà vita, che circola, che trasforma ogni cosa. Il Salmo 8 mostra con tripudio che il culmine della creazione è l’uomo, fatto da Dio «poco inferiore ai celesti», «coronato di gloria e di onore», collocato in posizione di preminenza rispetto al creato. «A immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò» (Genesi 1,27): il mistero della Trinità è reso visibile da Dio proprio attraverso la creatura uomo, sua vicaria nel ruolo di custodia e di amore verso tutto il creato, che fa entrare nel mondo l’immagine del Creatore. Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, è uno solo (è unum, nell’unità della natura divina, ma non è unus, non è una persona sola); a immagine di Dio l’uomo (adam-anthropos) è unum, nell’unità della natura umana, ma non è unus, non è una persona sola, in quanto è “maschio e femmina”, portatori ciascuno della specifica differenza dell’uno e dell’altra, che li apre alla relazione (a immagine di Dio relazione di amore) e alla superiore unità cui questa relazione feconda conduce, in tutti gli ambiti ove gli uomini e le donne collaborano: nella famiglia, nel lavoro, nella società, nella Chiesa, nella vita tutta.
ETERNO AMORE Questa unità viene da Dio: la insegna lo Spirito, che «non parla da se stesso», ma prende da ciò che è del Figlio, il quale possiede tutto quanto è del Padre (Vangelo). Mirabile bellezza e perfezione dell’amore, che siamo chiamati a mostrare nel mondo, nelle nostre relazioni ferite dal peccato ma trasformate dalla Grazia! Buona festa della nostra gloriosa vocazione all’eternità dell’amore!