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lunedì 11 novembre 2024
 

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (anno B) - 2 giugno 2024

Pane della Vita, Sangue dell'Alleanza

 

E, mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti.

Marco 14,22-23

 

Celebriamo oggi la grande Solennità del Corpo e Sangue Santissimi del Signore (Corpus Domini). Al centro delle Letture è il Mistero della Pasqua, cuore e vertice della nostra fede, giubilo che rinnoviamo ogni domenica, pasqua della settimana, profezia della festa senza tramonto. La promessa di Gesù di rimanere con noi «tutti i giorni fino alla fine del mondo» (Matteo 28,20) si realizza nella sua Parola, che ci accompagna attraverso le liturgie quotidiane e la successione sapiente dei tempi liturgici, e nel sacramento eucaristico, dono di Vita e presenza viva del Signore, ogni giorno, in ogni chiesa del mondo, in ogni santa Messa sulla Terra, nel cuore di ogni uomo e di ogni donna che, facendo Comunione, si nutrono alla Mensa dell’Unico Padre, figli nel Figlio, fratelli tra loro in forza della partecipazione, nel Battesimo, alla morte e Risurrezione di Gesù.

Il Sangue del Signore è segno dell’Alleanza Nuova, vera ed eterna: il «Cristo è venuto come Sommo Sacerdote dei beni futuri, in una tenda non costruita da mani d’uomo, che non appartiene a questa creazione, non mediante il sangue di capri e vitelli ma in virtù del proprio Sangue, ottenendo una redenzione eterna» (II Lettura, Ebrei 9).

La I lettura (Esodo 24), nel contesto della peregrinazione del popolo di Dio nel deserto, dopo la Pasqua antica, narra la promulgazione della Prima Alleanza, sancita dalle Dieci Parole, espressione dell’Amore di Dio per l’uomo, accolta dagli Israeliti con la promessa di «eseguire tutti i comandamenti che il Signore ha dati»: «Mosè di buon mattino si alzò, eresse un altare con dodici stele per le dodici tribù di Israele, incaricò di sacrificare giovenchi, prese il sangue e ne asperse il popolo»; fu questo «il sangue dell’Alleanza che il Signore ha concluso con tutte le Sue parole».

La Legge, dono e vincolo, è profezia del vero comandamento, quello dell’Amore che tutto unifica; similmente il sangue dei giovenchi è profezia del Sangue Santissimo del vero Agnello, nel quale si compie la salvezza: essa si realizza nella vera Pasqua, quella del Figlio, la notte della cena che inaugura il grande Mistero.

Il Vangelo (Marco 14) ci offre l’istituzione dell’Eucaristia: «Il primo giorno degli azzimi, mentre si immolava la Pasqua». Gesù, sollecitato dai discepoli su «dove mangiare la Pasqua», invia due di essi in città, anticipando che troveranno «un uomo con una brocca d’acqua»; è una indicazione strana, inaspettata: toccava infatti alle donne, di solito, portare l’acqua.

Gesù ci invita a osservare i segni che costellano la nostra vita per individuare, in essa, la sua presenza; precisa di seguire il segno fino alla “casa”, e di chiedere al «padrone» dove sia, “nella casa”, «la stanza del Signore», la sua “dimora”, dove Egli «possa mangiare la Pasqua con i suoi». Siamo chiamati, come i discepoli e Mosè, a essere perseveranti e fedeli, anche nella prova o quando non capiamo tutto; siamo noi la vera dimora dell’Altissimo (cfr. Apocalisse 3,20: «Io sto alla porta e busso; se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui, cenerò con lui ed egli con me»): tocca a noi preparare «la stanza al piano superiore», non sotterranea, ostaggio delle tenebre, ma luminosa, «arredata e pronta». Egli vuole entrare nel nostro cuore, restare, celebrare la sua Pasqua con noi. «Che cosa gli renderemo per quanto ci ha dato? Alzeremo il calice della salvezza e invocheremo il nome del Signore» (Salmo 115, Re- sponsorio). Buona Festa!


30 maggio 2024

 
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