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martedì 13 maggio 2025
 
Il blog di Gianfranco Ravasi Aggiornamenti rss Gianfranco Ravasi
Cardinale arcivescovo e biblista

SHABBAT: sabato

Questo giorno, nelle due redazioni del Decalogo, indica sia il riposo per entrare nell’eternità di Dio e condurre una vita giusta, sia la liberazione da ogni oppressione

 

«Dio disse a Mosè: Mosè, io posseggo nella mia tesoreria un dono prezioso che si chiama sabato e lo voglio regalare a Israele»: così un testo giudaico (Besah 16a) esalta il giorno sacro che scandisce la settimana liturgica e civile ebraica. Sulla sua origine storica si discute (anche a Babilonia esistevano «giorni vietati» all’azione profana). Certo è che la Bibbia presenta il significato del sabato secondo due profili, delineati nelle due differenti redazioni del Decalogo, ove quello del riposo sabbatico costituisce il terzo comandamento. Nella prima formulazione presente nel libro dell’Esodo (più avanti ci riferiremo anche alla seconda del Deuteronomio) si legge questa spiegazione del significato religioso di quel giorno festivo: «In sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, e si è riposato il giorno settimo: per questo il Signore ha benedetto il giorno di sabato e lo ha dichiarato santo» (20,11).
È evidente il riferimento al racconto della creazione presente nel capitolo 1 della Genesi: l’atto creativo divino è, infatti, scandito sulla settimana liturgica che si conclude appunto col sabato. «Dio nel settimo giorno portò a termine il lavoro che aveva fatto e cessò nel settimo giorno da ogni suo lavoro» (Genesi 2,2). In queste righe c’è anche il tentativo di spiegare la parola da noi presa in esame, shabbat (presente 111 volte nell’Antico Testamento), in connessione col verbo shabat, «cessare», anche se forse si rimanda allusivamente al vocabolo sheba‘ che significa «sette» (per cui sarebbe la «settima giornata»). Certo è che il sabato è quasi il tempo di Dio: dopo essere stato nel tempo finito e limitato della creazione, espresso attraverso i sei giorni dell’atto creativo (e si sa che il sei è cifra che designa imperfezione e limite), il Creatore rientra nella sua eternità, raffigurato nel sabato.
L’uomo stesso, che è finito e limitato essendo stato creato nel sesto giorno, ogni volta che celebra il sabato nel culto è ammesso all’eternità e alla pienezza di Dio. Tuttavia il sabato non è isola sacra, staccata radicalmente dal tempo, ma è il «settimo giorno» e, quindi, deve fecondare i sei giorni feriali irradiandoli con la sua luce di eternità. Per questo i profeti reagirono contro un’osservanza solo rituale del sabato, con la mera astinenza da opere, che il giudaismo posteriore codificherà in ben 39 proibizioni (ad esempio, il «cammino sabbatico» di soli 2.000 cubiti, ossia un chilometro). Fermo restando il suo valore religioso, il culto del sabato deve poi esprimersi nella vita giusta, una volta usciti dal riposo e dal tempio. Altrimenti scatta l’aspro giudizio divino proclamato dal profeta Isaia: «Noviluni, sabati, assemblee sacre: io non posso sopportare delitti e solennità» (1,13).
Esemplare in questo senso sarà il comportamento di Gesù che violerà il riposo sabbatico per compiere le guarigioni, atti di amore che ben si sposano con la spiritualità autentica e non meramente formalistica del sabato (Marco 3,1-6). Egli formulerà anche un principio significativo: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato» (Marco 2,27), principio ovviamente valido anche per la domenica cristiana e le altre feste. 
Si comprende, allora, il valore dell’altra formulazione del precetto sabbatico presente nella seconda redazione del Decalogo a cui sopra accennavamo. Nel Deuteronomio, infatti, si invita a far riposare di sabato anche lo schiavo e la schiava: «Ricordati che sei stato schiavo nel paese d’Egitto e che il Signore tuo Dio ti ha fatto uscire di là con mano potente e braccio teso» (5,15). Il riferimento non è più alla creazione (come avveniva nel passo parallelo sopra citato dell’Esodo), ma alla liberazione dall’oppressione egiziana, per cui il sabato diventa una festa della libertà contro ogni servitù religiosa e sociale.


14 ottobre 2021

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