«La figura è nuova, ma l’impegno dell’Italia in questo ambito è da tempo un tassello fondamentale della nostra politica estera». Andrea Benzo, 38 anni, dal 6 giugno scorso è inviato speciale del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale per la tutela della libertà religiosa e il dialogo interreligioso. A Famiglia Cristiana spiega natura e compiti del suo incarico. Lo fa in un’intervista che il settimanale pubblica nel numero in edicola, proprio nei giorni in cui papa Francesco è in Bahrein dove partecipa al Forum sul dialogo tra “Est ed Ovest per la coesistenza umana”.

Questa nuova figura della diplomazia italiana, racconta Benzo, «nasce nel novembre 2021 da una risoluzione approvata all’unanimità dalla Commissione esteri della Camera. L’inviato speciale è al servizio del Ministero per individuare forme anche nuove per promuovere la libertà di religione e di credo e per rafforzare la collaborazione con gli attori religiosi su temi di interesse comune al centro della nostra politica estera». Come, ad esempio, «i circa 7 mila missionari italiani, persone che rappresentano il volto di un’Italia generosa e solidale che crede nella pace e nello sviluppo».

La dimensione religiosa, lo si è visto visto anche con gli interventi del Patriarcato di Mosca sulla guerra in Ucraina, è sempre più rilevante sullo scacchiere mondiale. «Nella storia sono tanti gli esempi di strumentalizzazione della religione a fini politici, per legittimare il potere politico e giustificare la violenza», conclude Benzo. « Ma al tempo stesso la dimensione trascendente rappresenta un potente strumento di pace e i valori religiosi, se veicolati verso obiettivi positivi, possono favorire la ricerca di soluzioni pacifiche. Nonostante gli esempi negativi a cui stiamo assistendo in questi mesi, non dobbiamo rinunciare a cercare sempre una collaborazione con gli attori religiosi per trovare risposte condivise alle necessità più pressanti. La stessa guerra in Ucraina ha mosso molti leader spirituali a invocare pace e giustizia e ha generato un’importante risposta di solidarietà da parte delle organizzazioni di ispirazione religiosa a favore delle vittime del conflitto».