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Si chiama Edgard Iván Rimaycuna Inga, ha 36 anni, è peruviano e sarà il segretario particolare di papa Leone XIV che lo ha avuto al suo fianco anche quand’era Prefetto del Dicastero per i vescovi.
Padre Edgar ha già accompagnato il Papa nella sua prima uscita nel Santuario della Madre del Buon Consiglio di Genazzano e poi a Santa Maria Maggiore lo scorso 10 maggio. L’amicizia tra Leone XIV e Rimaycuna risale al 2006, quando il giovane dopo la laurea conseguita nel 2005 al Colegio Nacional San Jose de Chiclayo entrò nel Seminario maggiore Santo Toribio de Mogrovejo. Ai quei tempi Prevost era Priore generale degli agostiniani, ma manteneva forti contatti con il Perù, dove era già stato missionario prima dal 1985 al 1987 e poi dal 1988 al 1999. Prevost divenne il mentore di Rimaycuna e fu fondamentale per la sua vocazione. Quando Prevost nel 2014 rientrò in Perù, a Chiclayo, prima come amministratore apostolico e poi come vescovo della diocesi, aveva bisogno di un segretario, e Rimaycuna cominciò a collaborare con lui. Restò al fianco dell’attuale Papa fino al 2017, quando si trasferì a Roma per proseguire gli studi presso il Pontificio Istituto Biblico. I due non hanno mai perso i contatti.
Quando nel 2023 papa Francesco ha chiamato Prevost come Prefetto del dicastero dei vescovi, Prevost ha richiamato a fianco a sé il giovane sacerdote, portandolo a Roma da Manassena, in Liguria, dove si era stabilito per circa un anno. A ottobre, era nella Capitale, chiamato a gestire l’agenda del nuovo prefetto. E don Edgar ha espresso la sua gratitudine attraverso un post sui social, scrivendo: «Grazie mille, Monsignor Robert Prevost, per tutto, per avermi permesso di lavorare al suo fianco, ma soprattutto per la sua amicizia e fiducia. Prima che mio Vescovo, mio Amico. Buon viaggio e un forte abbraccio! Oremus ad invicem».
Rimaycuna è stato una presenza discreta in questi due anni a fianco del futuro Pontefice. Ha gestito gli appuntamenti, ma è stato anche “protetto” dal suo maestro e mentore, che ha sempre affrontato in prima persona le questioni delicate. Una sorta di “uomo ombra”, capace di sostenere il suo mentore nei momenti di difficoltà, senza mai assurgere al ruolo di protagonista. Fino all’uscita a Genazzano, in pochi conoscevano anche il nome o l’esistenza del segretario particolare di Leone XIV. La scelta di don Edgard come suo segretario personale conferma ulteriormente il forte legame di papa Leone XIV con il Paese sudamericano, come hanno ricordato i media peruviani commentando la notizia.
La figura del segretario personale del Papa è diventata una consuetudine a partire dal 1903. Si tratta di ruolo delicato che prevede l’assistenza quotidiana al Pontefice nella gestione dell’agenda e nell’organizzazione della sua attività ordinaria, garantendo che tutto proceda con ordine ed efficienza. Nel recente passato, i segretari dei Papi hanno avuto un ruolo cruciale ed erano molto conosciuti dall’opinione pubblica.
È il caso di Stanisław Dziwisz, che è stato il segretario personale e “uomo ombra” di Giovanni Paolo II per tutto il pontificato, dall’elezione nel 1978 alla morte nel 2005. Un ruolo di primissimo piano lo avuto anche monsignor Georg Gänswein, segretario particolare di Benedetto XVI sia durante il pontificato che dopo la sua rinuncia fino alla morte, avvenuta nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano il 31 dicembre 2022. Ora non è più a Roma perché dal giugno dell’anno scorso è stato nominato da papa Francesco Nunzio apostolico in Estonia, Lettonia e Lituania.
La figura del segretario particolare del Papa è cambiata con papa Francesco, il quale aveva la consuetudine di far “ruotare” i collaboratori più stretti. Negli ultimi anni della sua vita, Bergoglio si avvaleva dell’aiuto di tre segretari: gli argentini don Juan Cruz Villalón e don Manuel Pellizzon e don Fabio Salerno. Ma nel corso del pontificato ha cambiato ben sette segretari particolari in dodici anni. Il maltese don Alfred Xuereb, che era accanto a lui agli inizi, è stato destinato alle nunziature di Corea, Mongolia e Marocco. Oltre a lui si sono avvicendati al servizio di Bergoglio l’argentino Fabian Pedacchio Leaniz, l’egiziano di rito copto Yoannis Lahzi Gaid, l’uruguaiano Gonzalo Aemilius. Alcuni collaboratori Francesco li aveva presi dalla diplomazia pontificia o da dicasteri vaticani, altri dalle loro diocesi. Nessuno di loro aveva l’interezza delle funzioni svolte invece in altri pontificati dai segretari. Una scelta di Francesco per evitare di concentrare nelle mani di una sola persona troppo potere.



