Dopo la morte il giudizio è immediato o bisogna attendere la fine del mondo?
Stefano L.
Subito dopo la morte, per la fede cristiana c’è l’incontro con Cristo giudice e la destinazione finale, felice o infelice, salva la possibilità di una ulteriore purificazione (il purgatorio), qualora la necessaria penitenza non fosse stata completata nella vita e nella morte. Si tratta di una verità di fede (definita), in cui quindi la Chiesa impegna la sua infallibilità, di un dogma da credere senza esitazione, pena altrimenti la caduta nell’eresia. Certo, questa è anche una verità consolante, che rende alla morte un volto apprezzabile e positivo, come tante volte ci ha ripetuto l’esperienza dei santi. Si pensi, per tutti, a san Francesco d’Assisi, che canta gioioso la sua morte. Alla fine del mondo avverrà il completamento dell’opera di salvezza con la risurrezione finale dell’uomo e del cosmo e il giudizio universale. Proprio perché il tempo dell’attesa sembra troppo lungo, non pochi teologi parlano della risurrezione nella morte.