«Il Battesimo è in un certo senso la carta d’identità del cristiano, il suo atto di nascita». L'ha detto papa Francesco stamane, durante la consueta udienza generale del mercoledì. Jorge Mario Bergoglio ha commentato l’articolo del Credo in cui affermiamo: «Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati». «Si tratta – ha detto - dell’unico riferimento esplicito a un Sacramento all’interno del Credo. In effetti il Battesimo è la "porta" della fede e della vita cristiana. Gesù Risorto lasciò agli Apostoli questa consegna: "Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato" (Mc 16,15-16). La missione della Chiesa è evangelizzare e rimettere i peccati attraverso il sacramento battesimale».

«Il battesimo è un fatto del passato, o è presente in ogni momento? Ti senti forte, con la forza che ti dà Gesù Cristo, con lo Spirito Santo, o ti senti giù?», ha poi chiesto il Papa dialogando a braccio con i fedeli. «Ti senti illuminato? Sei un uomo che dona luce o un uomo, o una donna, oscuro?», ha proseguito, soffermandosi sul battesimo come «immersione spirituale nella morte di Cristo, dalla quale si risorge con Lui come nuove creature», e come «lavacro di rigenerazione e di illuminazione». «Per questo - ha spiegato - ai genitori si dà una candela accesa nel battesimo”.
Altro tema della catechesi, lo stretto legame tra il sacramento del battesimo e quello della penitenza: la confessione, ha spiegato il Papa, è come un “secondo battesimo”, che rimanda sempre al primo per consolidarlo e rinnovarlo”. “Il giorno del nostro battesimo - ha detto Papa Francesco - è il punto di partenza di un cammino di conversione che dura tutta la vita e che è continuamente sostenuto dal sacramento della penitenza». «Quando andiamo a confessarci, delle nostre debolezze, dei nostri peccati - ha aggiunto il Papa, ancora a braccio - andiamo a chiedere perdono a Gesù, ma pure a rinnovare il nostro battesimo: è come festeggiare in ogni confessione il giorno del battesimo». La confessione, allora, «non è una seduta in una sala di lettura, è una festa per festeggiare il giorno del battesimo».

Prima dei saluti in lingua italiana che, come di consueto concludono l’udienza generale, il Papa ha lanciato  un doppio appello: per le vittime della guerra civile in Siria e per quelle del tifone Haiyan, che ha flagellato le Filippine. «Ho appreso con grande dolore che due giorni fa, a Damasco, colpi di mortaio hanno ucciso alcuni bambini che tornavano da scuola e l’autista dell’autobus. Altri bambini sono rimasti feriti. Per favore, che queste tragedie non accadano mai! Preghiamo fortemente». «In questi giorni», ha aggiunto Bergoglio, «stiamo pregando e unendo le forze per aiutare i nostri fratelli e sorelle delle Filippine, colpiti dal tifone. Queste sono le vere battaglie da combattere. Per la vita! Mai per la morte!».