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«Il Papa è un padre e si preoccupa dei suoi figli»: con queste parole il cardinale Konrad Krajewski ha spiegato, all’alba della sua partenza verso l’Ucraina, la decisione del Pontefice di una nuova missione nel Paese dell’Est Europa, martoriato da mesi di guerra e, di recente, dalla distruzione della diga idroelettrica di Kakhovka.
Il viaggio, che come si legge in un comunicato del Dicastero per il Servizio della Carità avrà come tappa finale proprio la zona di Kherson, è il sesto compiuto dal porporato dall’inizio della guerra e mira, come i precedenti, a portare un aiuto concreto. «La gente soffre in modo disumano», ha detto Krajewski, «non c’è acqua e molte persone sono ancora sui tetti». L’alluvione della diga, infatti, ha causato l’inondazione di circa 80 villaggi e paesi, la distruzione di 20.000 ettari di terreni agricoli e la dispersione di oltre 150 tonnellate di petrolio sul territorio.
Il cardinale, che secondo la volontà del Papa farà visita anche alle varie comunità religiose tra Leopoli e Kherson, partirà a bordo di una macchina con i farmaci più urgenti, mentre i viveri e altri medicinali saranno trasportati da un tir e consegnati nelle zone più colpite. «Cristo ogni giorno cercava persone da aiutare», ha poi aggiunto Krajewski «e questo viaggio si inserisce nella logica del Vangelo».



