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Il papa scrive al summit dell’impegno umanitario in corso da lunedì 23 maggio a Istanbul e chiede con forza ch “nessuna famiglia deve essere privata di una casa, a nessun rifugiato va negata l’accoglienza, a nessun ferito siano negate le cure, nessun bambino sia privato della sua infanzia, nessun uomo e nessuna donna devono essere privati del futuro”.
Il messaggio del papa è stato letto dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, che guida la delegazione della Santa Sede al vertice di Istanbul. Bergoglio ha poi aggiunto per essere ancora più chiaro: “ Oggi lancio una sfida a questo Summit: ascoltiamo il pianto delle vittime e di coloro che soffrono. Consentiamo loro di darci una lezione di umanità. Cambiamo i nostri stili di vita, politiche, scelte economiche, comportamenti e atteggiamenti di superiorità culturale” e “imparando dalle vittime e da coloro che soffrono, saremo capaci di costruire un mondo più umano”.
Parolin nel suo intervento, come capo delegazione, ha invitato a non “fare affidamento in primo luogo a soluzioni militari quanto piuttosto ad investire nello sviluppo che è essenziale alla pace e alla sicurezza”: “Costruire una pace durevole e la sicurezza significa perseguire uno sviluppo umano integrale così come affrontare le cause che sono alle radici del conflitto”. Il Segretario di Stato vaticano ha ricordato l’ impegno della Santa Sede per promuovere il disarmo, prevenire i conflitti e favorire attraverso una diplomazia “formale e informale” una cultura della pace, della solidarietà e del pieno rispetto per la dignità umana, impiegando risorse per l’educazione alla pace e alla inclusione, che “sono essenziali per prevenire i conflitti”.
Secondo Parolin “il disarmo può giocare una ruolo significativo per assicurare una coesistenza pacifica tra le nazioni”. Ed ha aggiunto: “Non ci si deve mai stancare di lavorare per il disarmo nucleare e la non-proliferazione e per la messa al bando delle mine anti-uomo e le armi a grappolo”.
Il messaggio del papa è stato letto dal cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato, che guida la delegazione della Santa Sede al vertice di Istanbul. Bergoglio ha poi aggiunto per essere ancora più chiaro: “ Oggi lancio una sfida a questo Summit: ascoltiamo il pianto delle vittime e di coloro che soffrono. Consentiamo loro di darci una lezione di umanità. Cambiamo i nostri stili di vita, politiche, scelte economiche, comportamenti e atteggiamenti di superiorità culturale” e “imparando dalle vittime e da coloro che soffrono, saremo capaci di costruire un mondo più umano”.
Parolin nel suo intervento, come capo delegazione, ha invitato a non “fare affidamento in primo luogo a soluzioni militari quanto piuttosto ad investire nello sviluppo che è essenziale alla pace e alla sicurezza”: “Costruire una pace durevole e la sicurezza significa perseguire uno sviluppo umano integrale così come affrontare le cause che sono alle radici del conflitto”. Il Segretario di Stato vaticano ha ricordato l’ impegno della Santa Sede per promuovere il disarmo, prevenire i conflitti e favorire attraverso una diplomazia “formale e informale” una cultura della pace, della solidarietà e del pieno rispetto per la dignità umana, impiegando risorse per l’educazione alla pace e alla inclusione, che “sono essenziali per prevenire i conflitti”.
Secondo Parolin “il disarmo può giocare una ruolo significativo per assicurare una coesistenza pacifica tra le nazioni”. Ed ha aggiunto: “Non ci si deve mai stancare di lavorare per il disarmo nucleare e la non-proliferazione e per la messa al bando delle mine anti-uomo e le armi a grappolo”.



