Come già lo scorso anno, anche questa volta papa Francesco ha voluto dare inizio ai lavori dell'Assemblea della Cei nell'aula nuova del Sinodo. Arrivato in anticipo sull'orario previsto, Bergoglio ha subito cominciato a pregare con i vescovi italiani. Prima del Padre nostro il Papa ha chiesto di invocare «per tutti il pane quotidiano e la gioia del perdono». E poi ha cominciato a parlare a braccio spiegando il brano di Matteo «che ce l'ha con la Maddalena perché fino all'ultimo ci ricorda che lei ha ospitato sette demoni. Ma poi penso: "E io quanti ne ho ospitati?" E rimango zitto».

 Dopo i saluti informali, in un clima sereno, il Papa comincia a leggere il discorso preparato per questa  68ma Assemblea congratulandosi innanzitutto per il tema: “Verifica della recezione dell’Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium". Il Papa parla della gioia del Vangelo «in questo momento storico ove spesso siamo accerchiati da notizie sconfortanti, da situazioni locali e internazionali che ci fanno sperimentare afflizione e tribolazione». Parla di «corruzione pubblica e privata che è riuscita a impoverire, senza alcuna vergogna, famiglie, pensionati, onesti lavoratori, comunità cristiane, scartando i giovani, sistematicamente privati di ogni speranza sul loro futuro, e soprattutto emarginando i deboli e i bisognosi».

Per affrontare questi temi occorre una sensibilità ecclesiale che deve portarci a «non essere timidi o irrilevanti nello sconfessare e nello sconfiggere» questa piaga. Così come occorre una sensibilità ecclesiale per «difendere il popolo di Dio dalle colonizzazioni ideologiche che gli tolgono l’identità e la dignità umana».

 Non servono «vescovi piloti», ma «vescovi pastori» capaci di tradurre in proposte concrete i documenti pastorali e gli aspetti teoretici e dottrinali e in grado di valorizzare «i laici disposti ad assumersi le responsabilità che a loro competono. In realtà, i laici che hanno una formazione cristiana autentica, non dovrebbero aver bisogno del Vescovo-pilota, o del monsignore-pilota o di un input clericale per assumersi le proprie responsabilità a tutti i livelli, da quello politico a quello sociale, da quello economico a quello legislativo! Hanno invece tutti la necessità del Vescovo Pastore!», ha insistito papa Francesco.

 E poi, prima di ascoltare i vescovi, ha chiesto anche che non si lascino invecchiare le comunità religiose e che non si indebolisca la collegialità».