«Quanti occupano una posizione di rilievo in ambito sociale, economico, politico e culturale», prestino  «ascolto al grido della terra e ai bisogni di chi è marginalizzato» perché «la dignità e la prosperità umane sono profondamente connesse alla cura dell' intera creazione» e il mutamento climatico colpisce in primo luogo «coloro che vivono in povertà in ogni angolo del globo». Per la prima volta papa Francesco e il Patriarca Ecumenico Bartolomeo scrivono insieme un messaggio per fare appello «con urgenza» ai potenti della Terra a sostenere la «guarigione» del pianeta «ferito», una sfida, quella della crisi ecologica e del riscaldamento globale, che non si può risolvere se non in modo «concertato e collettivo».

Il messaggio, annunciato da Bergoglio mercoledì scorso al termine dell’udienza generale in piazza San Pietro, arriva per la Giornata Mondiale di Preghiera per il Creato che si celebra il 1° settembre ed è stata istituita nel 2015 da Francesco che a questi temi ha dedicato anche l’enciclica Laudato Si’.

In principio - si legge nel messaggio - Dio designò l’uomo custode dell’ambiente naturale, a lui affidò la terra come dono ed eredità della quale tutti condividiamo la responsabilità «finché, ‘alla fine’, tutte le cose in cielo e in terra saranno ricapitolate in Cristo».  Ma il mondo presenta oggi «una situazione molto diversa»,  è l’amara costatazione di Francesco e Bartolomeo.  La «tendenza a spezzare i delicati ed equilibrati ecosistemi del mondo, l’insaziabile desiderio di manipolare e controllare le limitate risorse del pianeta, l’avidità nel trarre dal mercato profitti illimitati», offuscano la nostra vocazione ad essere collaboratori di Dio. «Non ci rapportiamo più con la natura per sostenerla», scrivono Francesco  e Bartolomeo, «spadroneggiamo piuttosto su di essa», considerandola non più «come un dono condiviso» ma «come un possesso privato». 

L’ambiente umano e quello naturale si stanno così deteriorando insieme e a pagarne di più le conseguenze sono le persone più vulnerabili. «L’impatto dei cambiamenti climatici - scrivono il Papa e il Patriarca- si ripercuote, innanzitutto, su quanti vivono poveramente in ogni angolo del globo». E proseguono: «La chiamata e la sfida urgenti a prenderci cura del creato costituiscono un invito per tutta l’umanità ad adoperarsi per uno sviluppo sostenibile e integrale».

I due leader religiosi invitano quindi «tutte le persone di buona volontà a dedicare, oggi 1° settembre, un tempo di preghiera per l’ambiente, a ringraziare Dio per il magnifico dono del creato e ad impegnarsi a custodirlo e preservarlo per il bene delle generazioni future. Accanto alla preghiera è necessario poi «cambiare il modo in cui ci relazioniamo col mondo», abbracciando stili di vita semplici e solidali.


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