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«La vera pace esige il coraggio di deporre le armi, soprattutto quelle che hanno il potere di causare una catastrofe indescrivibile». Sono le parole di papa Leone XIV in un messaggio a monsignor Alexis Mitsuru Shirahama, vescovo di Hiroshima, a 80 anni dalla tragedia di Hiroshima e Nagasaki, sottolineando che «le armi nucleari offendono la nostra comune umanità e tradiscono anche la dignità del creato, la cui armonia siamo chiamati a salvaguardare». Quest’anno si celebra l’80° anniversario dei bombardamenti atomici compiuti dagli Stati Uniti sulle due città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki rispettivamente il 6 e il 9 agosto 1945, al termine della Seconda guerra mondiale, che causarono complessivamente decine di migliaia di vittime.
Ottant’anni dopo, Hiroshima e Nagasaki restano ancora «moniti viventi» degli «orrori profondi» causati dall’arma atomica: «Le loro strade, scuole e abitazioni», ricorda il Papa, «portano ancora cicatrici, visibili e spirituali, di quel fatidico agosto del 1945. In questo contesto, desidero ribadire con forza le parole più volte pronunciate dal mio amato predecessore papa Francesco: la guerra è sempre una sconfitta per l’umanità».
E citando ancora Francesco, che nel 2019, durante la visita in Giappone visitò il Memoriale della strage, Leone XIV definisce Hiroshima e Nagasaki «simboli della memoria» in un tempo segnato da «crescente tensione e conflitti globali». Questi luoghi ci esortano a respingere «l’illusione” di una “sicurezza” fondata sulla minaccia della “distruzione reciproca assicurata. Dobbiamo invece forgiare un’etica globale radicata nella giustizia, nella fraternità e nel bene comune».
L’auspicio e la preghiera del Papa è «che questo solenne anniversario», sottolinea, «serva da invito alla comunità internazionale a rinnovare il suo impegno nel perseguire una pace duratura per tutta la nostra famiglia umana: una pace disarmata e disarmante», come sottolinea rilanciando le sue stesse parole della prima benedizione apostolica del momento della sua elezione, l'8 maggio scorso.



