Del Rosario ha parlato venerdì 7 ottobre,  dedicandogli un tweet. E del Rosario, dopo averlo pregato, è tornato a parlare nella Veglia che sabato 8 ha guidato in Piazza San Pietro, prologo orante del Giubileo mariano. «Il Rosario è la preghiera che accompagna sempre la mia vita; è anche la preghiera dei semplici e dei santi è la preghiera del mio cuore», ha twittato Francesco. «La preghiera del Rosario non ci allontana dalle preoccupazioni della vita; al contrario, ci chiede di incarnarci nella storia di tutti i giorni per saper cogliere i segni della presenza di Cristo in mezzo a noi», ha ribadito il Papa.

Sul sagrato, le varie statue della Vergine venerate in 94  santuari mariani di diversi paesi del mondo, giunte in processione da via della Conciliazione da Banneux (Francia) come da Altötting (Germania, tanto cara a Benedetto XVI) o da Aparecida (nel cuore del latinoamericano Jorge Mario Bergoglio). Tra le varie staturte della Vergine, anche quella di Amatrice. Il pensiero è andato inoltre alle attese e alle sofferenze dell’umanità di oggi in special modo alle vittime dell’uragano Matthew ad Haiti.

Gesù «va incontro a tutti nelle varie necessità della vita», ha detto papa Francesco, e Maria «ci accompagna in questo cammino», ha assicurato. «In questa Veglia abbiamo ripercorso i momenti fondamentali della vita di Gesù, in compagnia di Maria», ha proseguito Bergoglio. Intensa e raccolta la preghiera dei misteri gloriosi: Resurrezione, Ascensione, Pentecoste, Assunzione di Maria e la sua incoronazione a Regina del Cielo e della terra. Secondo il Papa, «la preghiera del Rosario è, per molti aspetti, la sintesi della storia della misericordia di Dio che si trasforma in storia di salvezza per quanti si lasciano plasmare dalla grazia».

«I misteri che passano dinanzi a noi sono gesti concreti nei quali si sviluppa l’agire di Dio nei nostri confronti», ha spiegato il Papa. Maria, ha aggiunto, «è davvero l’Odigitria, la Madre che indica il percorso che siamo chiamati a compiere per essere veri discepoli di Gesù». «In tutta la sua vita, Maria ha realizzato quanto è chiesto alla Chiesa di compiere in memoria perenne di Cristo». Ne è convinto il Papa, che al termine della Veglia di preghiera per il Giubileo mariano ha spiegato come nella fede della Madonna «vediamo come aprire la porta del nostro cuore per obbedire a Dio; nella sua abnegazione, scopriamo quanto dobbiamo essere attenti alle necessità degli altri; nelle sue lacrime, troviamo la forza per consolare quanti sono nel dolore». «In ognuno di questi momenti – è la sintesi offerta da Francesco – Maria esprime la ricchezza della divina misericordia, che va incontro ad ognuno nelle necessità quotidian»e. Maria, in altre parole, davvero ci permette di comprendere cosa significa essere discepoli di Cristo.

Il suo «primo atto», ha ricordato il Papa, «è stato quello di porsi in ascolto di Dio»:
«Ha obbedito all’annuncio dell’Angelo e ha aperto il suo cuore per accogliere il mistero della maternità divina. Ha seguito Gesù, mettendosi in ascolto di ogni parola che usciva dalla sua bocca; ha conservato tutto nel suo cuore ed è diventata memoria vivente dei segni compiuti dal Figlio di Dio per suscitare la nostra fede». Tuttavia, «non basta soltanto ascoltare», l’ascolto è «il primo passo» che «ha bisogno di tradursi in azione concreta», perché «il discepolo, infatti, mette la sua vita al servizio del Vangelo». È così che Maria «si recò subito da Elisabetta per aiutarla nella sua gravidanza; a Betlemme diede alla luce il Figlio di Dio; a Cana si prese cura di due giovani sposi; sul Golgota non indietreggiò davanti al dolore ma rimase sotto la croce di Gesù e, per sua volontà, divenne Madre della Chiesa; dopo la Risurrezione, rincuorò gli apostoli riuniti nel cenacolo in attesa dello Spirito Santo, che li trasformò in coraggiosi araldi del Vangelo».