«Traendo frutto da quanto emerso dal dialogo di questa Assemblea Generale, deliberiamo la ricezione del Documento di sintesi del Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia “Lievito di pace e di speranza”, con i suoi orientamenti e le sue proposte, considerandoli alla luce delle priorità pastorali emerse in questa Assemblea a partire dal Documento stesso. Consapevoli della nostra responsabilità di Pastori e partecipi della vita del nostro Paese, Noi, Vescovi italiani, assumiamo l'impegno, insieme con le nostre Chiese e collegialmente come Conferenza Episcopale Italiana, a continuare a camminare insieme ricercando modi e tempi per dare concretezza agli orientamenti e alle proposte emersi in questi anni».

È il testo approvato dopo una mozione votata durante i lavori dell'Assemblea Generale della Cei, che si è svolta ad Assisi dal 17 al 20 novembre e alla quale hanno partecipato il Nunzio Apostolico in Italia, monsignor Petar Rajič, 206 membri, 13 Vescovi emeriti, alcuni rappresentanti di presbiteri, religiosi e religiose, degli Istituti secolari, delle Aggregazioni laicali.

«Affidiamo al Consiglio Permanente e al gruppo di lavoro di Vescovi, costituito dalla Presidenza su mandato del Consiglio Permanente stesso – si legge – il compito di indicare percorsi di studio e approfondimento per il discernimento degli orientamenti e delle proposte del Documento di sintesi, in particolare quelli rivolti alla Conferenza episcopale Italiana. Tenendo conto anche del Documento finale della XVI Assemblea Generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione”, ci impegniamo a vivere lo spirito e lo stile sinodale promuovendo i necessari strumenti, anche a livello nazionale, per essere “una Chiesa unita, segno di unità e di comunione, che diventi fermento per un mondo riconciliato”».

Il testo ricorda anche quanto «previsto dal Regolamento del Cammino sinodale» che «giunge a compimento» con il conseguente «scioglimento di tutti gli Organismi sinodali finora operativi. Ringraziamo», dicono i vescovi, «coloro che hanno partecipato al percorso compiuto, offrendo tempo ed energie nelle Diocesi, nelle Assemblee sinodali e negli Organismi che, a livello nazionale, hanno accompagnato il Cammino. Riteniamo che il Documento di sintesi del Cammino sinodale “Lievito di pace e di speranza”, approvato dalla terza Assemblea sinodale, non solo rappresenti una preziosa testimonianza dello stile di condivisione e confronto vissuti in questi quattro anni, ma offra anche al discernimento dei Pastori e alle comunità ecclesiali linee di indirizzo e proposte per dare concretezza a una Chiesa missionaria, prossima e sinodale».

A concludere i lavori dell’assemblea è stato, giovedì mattina, papa Leone XIV che prima di parlare ai vescovi italiani ha sostato in preghiera alla Porziuncola nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Nel suo discorso, il Pontefice ha esortato i vescovi a «porre Gesù Cristo al centro» e ad aiutare le persone a vivere una relazione personale con Lui per scoprire la gioia del Vangelo. «Una Chiesa sinodale, che cammina nei solchi della storia affrontando le emergenti sfide dell'evangelizzazione, ha bisogno di rinnovarsi costantemente», ha affermato il Pontefice.

Leone ha poi offerto indicazioni concrete per il cammino della Chiesa italiana: proseguire gli accorpamenti delle diocesi, rispettare il limite dei 75 anni per il servizio degli ordinari diocesani, favorire una maggiore partecipazione nella consultazione per la nomina dei nuovi vescovi. L'invito finale è stato quello di «edificare comunità cristiane aperte, ospitali e accoglienti».

Sinodalità: non solo uno stile, ma una forma di vita

I quattro giorni di lavori ad Assisi sono stati guidati dal presidente della Cei, il cardinale Matteo Zuppi, che ha richiamato l'importanza della collegialità episcopale e della sinodalità come «forma, stile, prassi per una missione più efficace nel mondo». I vescovi hanno approvato a larga maggioranza una mozione che delinea i passi successivi alla terza Assemblea sinodale, accogliendo il documento "Lievito di pace e di speranza" e impegnandosi a continuare il cammino intrapreso negli anni 2021-2025. La crisi contemporanea, hanno sottolineato i presuli, non è solo frutto dell'indifferenza esterna, ma anche del rischio di "insignificanza" interna. Da qui la necessità di una Chiesa coraggiosa e missionaria, che valorizzi il protagonismo dei laici e punti sulla comunità come risposta alla solitudine diffusa.

Educare alla pace in un mondo conflittuale

Nel luogo che papa Leone XIV ha definito «altamente significativo per il messaggio di fede, fraternità e pace», i vescovi hanno approvato il documento "Educare ad una pace disarmata e disarmante".

Un testo articolato in tre parti secondo il metodo «vedere-giudicare-agire», che offre strumenti per la catechesi e l'approfondimento sui temi della guerra, del disarmo e della testimonianza cristiana. Durante la veglia del 19 novembre nella Basilica di San Francesco, è risuonato un forte appello per la pace: i vescovi si sono rivolti "a quanti hanno in mano le sorti dei popoli" chiedendo di mettere al bando le armi, a cominciare dalle testate atomiche, e di impiegare ogni sforzo a servizio della pace e della lotta contro la fame nel mondo.

L'insegnamento della religione: laboratorio di cultura e dialogo

Alla vigilia del 40° anniversario dell'Intesa tra CEI e Ministero della Pubblica Istruzione sull'insegnamento della religione cattolica, i vescovi hanno approvato il documento "L'insegnamento della religione cattolica: laboratorio di cultura e dialogo". Il testo rilancia questa disciplina come contributo prezioso alla comunità scolastica e come luogo accogliente, aperto a tutti, palestra di conoscenza e comprensione reciproca.

La tutela dei minori: un impegno che continua

Momento significativo dell'Assemblea è stato l'intervento di monsignor Thibault Verny e monsignor Luis Manuel Alì Herrera, presidente e segretario della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori, che hanno evidenziato il valore della collaborazione con la CEI. Durante i Vespri del 18 novembre, presieduti dall’arcivescovo di Perugia Ivan Maffeis, i vescovi hanno pregato per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, ribadendo che «davanti a tale gravità non sussiste spazio alcuno per atteggiamenti di omissione o di sottovalutazione».

La carità: nucleo ardente della missione

I vescovi hanno dedicato ampia riflessione al tema della carità, definita "nucleo ardente della missione della Chiesa". Di fronte a disuguaglianze crescenti, fragilità multidimensionali e nuove solitudini, la carità non può ridursi a mera filantropia: la gratuità, la preghiera e la vita sacramentale restano la sorgente da cui scaturisce l'impegno verso i più fragili. L'Assemblea ha chiesto di valorizzare il servizio civile nella sua vocazione alla pace e di custodire la Caritas nella sua specificità, affinché resti ponte, luogo di comunione e strumento di collaborazione concreta e sinodale.