Dovrebbe svolgersi nell’autunno del 2026 il Simposio delle religioni che sono in Italia. La decisione è stata presa in occasione dell’incontro “La via italiana del dialogo interreligioso”, che si è svolto martedì 25 giugno presso la CEI, a Roma,  su impulso della Commissione Episcopale per l’Ecumenismo e il Dialogo della Conferenza Episcopale Italiana.

L’incontro ha avuto il formato della “conversazione spirituale” tra credenti di diverse religioni in Italia, una esperienza di dialogo che in questi ultimi anni ha avuto una certa continuità e che ha contribuito a creare un clima di ascolto e rispetto percepibile sia nei momenti ufficiali che in quelli più conviviali, come il pranzo comune. Monsignor Derio Olivero, vescovo di Pinerolo, e presidente della Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, ha aperto i lavori proponendo la visione di un quadro di Edward Hopper (1882-1967). Room by the sea, del 1951, rappresenta una stanza affacciata sul mare e per monsignor Olivero la tela ben rappresenta il senso di spaesamento dell’uomo di oggi. “Dio è vicino, ma fatichiamo a intercettarlo”, dice Olivero, “ma le religioni possono essere le nostre piattaforme per andare a intercettare la trascendenza”.

Nel foglio di lavoro predisposto in vista del simposio si legge che “ogni tradizione religiosa porta con sé valori, esperienze e una ricerca del sacro che meritano di essere ascoltate e comprese”. Perciò “l’esperienza di Dio” rappresenta un terreno comune per l’incontro e la collaborazione.

Nei vari interventi viene sottolineata l’importanza del dialogo e della cura delle parole. “Il dialogo non è solo parlarci, ma anche comprensione e riconoscimento anche delle sofferenze dell’altro. In un mondo in fiamme noi dobbiamo fare da porta tagliafuoco per non fare attecchire anche qui gli incendi che ardono altrove”, dice Rav Gadi Piperno, rabbino capo di Firenze.

Yassine Baradai, segretario generale dell’UCOII (Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia)  ricorda che il dialogo deve anche essere strumento di preghiera e sottolinea un concetto: “Il dialogo è composto di sentimenti e di parole. Spesso le parole ci dividono, sono male interpretate e creano risentimento.

Filippo Scianna, presidente dell’Unione Buddhista Italiana, propone la creazione di un fondo interfedi per favorire il dialogo, la cultura e la solidarietà, “per dare sostegno concreto a iniziative umanitarie condivise”.  La proposta è condivisa da Imam Yahya Pallavicini, vice presidente della Comunità religiosa islamica italiana (COREIS), il quale propone una riflessione anche sul mondo del lavoro, per affrontare “con sensibilità spirituale”, temi come il profitto e l’economia.

La teologa Giuseppina De Simone mette in guardia contro il rischio della strumentalizzazione delle religioni, che invita invece a “riscoprire una capacità rigeneratrice, perché sappiano ricondurre alla radice interiore dove nascono le parole dotate di senso”.

Per i partecipanti all’incontro “il dialogo è una scelta irreversibile” e monsignor Olivero chiede l’impegno formale a non abbandonare il tavolo del dialogo, così da tracciare una via che superi due eccessi: la neutralità e l’integralismo. L’impegno è quello di lavorare per il bene comune. Incalzati da don Giuliano Savina, direttore dell’Ufficio nazionale per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso (UNEDI), i partecipanti all’incontro hanno scelto i componenti della segreteria organizzativa in vista del Simposio del 2026. Prima della conclusione dell’incontro ha portato il suo saluto ai partecipanti monsignor Giuseppe Baturi, segretario generale della CEI.