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Da sabato scorso stanno invadendo pacificamente Roma – strade, piazze, università, scuole, ospedali, carceri – per invitare i coetanei a vivere “per qualcosa di grande”, come recita il titolo di questa grande missione popolare, come non la si vedeva da anni.
Sono 300 giovani “missionari” di Nuovi Orizzonti, cui se ne aggiungono un altro centinaio del Movimento dei Focolarini, Comunità Emmanuel, Comunità Fazenda de Esperanza, Shalom, Casa Do Menor, Missione Betlem, Sentinelle del Mattino di Pasqua, Comunità Lumen, Comunità Anspaz.
Una missione che andrà avanti fino a domenica 22 ottobre e che ha subito trovato l’incoraggiamento di Papa Francesco che, nell’Angelus di domenica scorsa, ha voluto salutare così i 400 giovani «in strada per annunciare la gioia del Vangelo. Sono bravi questi! Li sosteniamo con la preghiera in questo ascolto del grido di tanti giovani e tante persone bisognose di amore».
E tanti di questi giovani provengono proprio da quelle esperienze di vita per niente facili – soprattutto droga ma anche altre dipendenze - che ora stanno incontrando nei coetanei romani piombati in situazioni di grave disagio, emarginazione, abbandono. Persone e storie che somigliano molto a quelle che Chiara Amirante, la fondatrice di Nuovi Orizzonti, incontrò nel 1991, quando decise di scendere per la prima volta nei meandri della stazione Termini, trovando delle croci ma anche tanta speranza di resurrezione.
E oggi è ancora di questo che c’è tanto bisogno, come la Amirante ha sottolineato a margine della Messa di inizio mandato della missione, nella chiesa di san Giuseppe Cottolengo, nel quartiere di Valle Aurelia, che fungerà da quartier generale dei giovani: «La croce è un passaggio da cui non siamo esonerati, ma con Gesù possiamo fare un altro passaggio, facendo esperienza del mistero pasquale, perché risplenda la gioia della risurrezione.
Il segreto che Gesù ci ha dato per custodire la gioia nella sofferenza è quello di rimanere nel suo amore, per arrivare alla santità, tutti insieme e adesso». Un percorso che è anche di conoscenza e guarigione del cuore, secondo quella “Spiritherapy” che la Amirante sta facendo conoscere con una serie di incontri (coinvolte già 40mila persone) e alcuni libri (l’ultimo “L’amore vince. Il balsamo del perdono” è appena uscito) e che di certo si rifletterà anche in questa missione romana, come sta già accadendo nelle decine di Cittadelle Cielo e Centri di ascolto sparsi per il mondo, grazie anche ai 700mila Cavalieri della luce, ovvero laici consacrati e impegnati a portare gioia e a tendere una mano a chi ha bisogno sia dell’una che dell’altra.
«Torniamo qui a Roma, dove tutto è iniziato, per continuare quel lavoro meraviglioso che Chiara porta avanti da oltre 30 anni. Vogliamo raggiungere i ragazzi nei loro luoghi di aggregazione per contrastare la drammatica realtà del disagio giovanile», ha aggiunto don Davide Banzato, assistente spirituale di Nuovi Orizzonti e che proprio alla forza della evangelizzazione di strada e alla necessità di andare alla ricerca delle 99 pecore perdute ha dedicato uno dei suoi primi libri di successo.
Non a caso, nella stessa Messa di inizio mandato, monsignor Baldo Reina, vigeregente della diocesi di Roma, ha rimarcato come «oggi abbiamo bisogno di cristiani missionari per realizzare la Chiesa in uscita di Papa Francesco. Sono in fondo le parole stesse che Gesù ci ha detto: “Andate in tutto il mondo”. Per sua natura il cristiano è missionario altrimenti è “malato”, cioè ha smarrito la sua identità, si è seduto in un recinto e sta a guardare».
Andare dunque dove c’è bisogno, in una città sempre più sfilacciata, e senza scoraggiarsi davanti a incomprensioni e porte chiuse in faccia che immancabilmente arriveranno, «ma con gioia ed entusiasmo, portando l’annuncio del Vangelo, la buona notizia».
Ed ecco così che questi giovani hanno preso ad andare, debitamente formati prima della missione, con una giornata-tipo che si nutre al mattino non solo di una buona colazione in parrocchia, ma anche e soprattutto della meditazione comunitaria della Parola e di un momento di preghiera, prima degli incontri nelle strade e negli altri luoghi delle periferie urbane e umane.
Ogni pomeriggio, inoltre, li stiamo già vedendo esplodere di gioia – e contagiare così anche i passanti – con la formula degli “abbracci gratis in strada”, prima di servire alla mensa o di andare ad accendersi come tanti luci, incontrando quel popolo della notte nelle piazze di tanti quartieri o in quella stazione Termini dove tutto cominciò.



