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Per il Pontefice oggi «è doloroso constatare che la lotta contro la fame e la denutrizione viene ostacolata dalla "priorità del mercato", e dalla "preminenza del guadagno", che hanno ridotto il cibo a una merce qualsiasi, soggetta a speculazione, anche finanziaria. E mentre si parla di nuovi diritti, l’affamato è lì, all’angolo della strada,, e chiede diritto di cittadinanza, di essere considerato nella sua condizione, di ricevere una sana alimentazione di base. Ci chiede dignità, non elemosina». Oggi, ha notato il Santo Padre, «si parla molto di diritti, dimenticando spesso i doveri»: forse - ha riflettuto - ci siamo preoccupati «troppo poco di quanti soffrono la fame». D’altra parte «i destini di ogni nazione sono più che mai collegati tra loro, come i membri di una stessa famiglia, che dipendono gli uni dagli altri».


«Ma viviamo in un’epoca in cui i rapporti tra le nazioni sono troppo spesso rovinati dal sospetto reciproco, che a volte si tramuta in forme di aggressione bellica ed economica, mina l’amicizia tra fratelli e rifiuta o scarta chi già è escluso», ha osservato il Papa. «Lo sa bene chi manca del pane quotidiano e di un lavoro dignitoso. Questo è il quadro del mondo, in cui si devono riconoscere i limiti di impostazioni basate sulla sovranità di ognuno degli Stati, intesa come assoluta, e sugli interessi nazionali, condizionati spesso da ridotti gruppi di potere». Eppure le persone e i popoli sono lì ed «esigono che si metta in pratica» la giustizia legale, quella contributiva e quella distributiva. Per questo, ha sottolineato il Santo Padre, i piani di sviluppo e il lavoro delle organizzazioni internazionali dovrebbero tener conto del desiderio, «tanto frequente tra la gente comune», di vedere in ogni circostanza rispettati i diritti fondamentali della persona umana e, soprattutto, della persona che ha fame. «Quando questo accadrà – ha proseguito il Papa - anche gli interventi umanitari, le operazioni urgenti di aiuto e di sviluppo – quello vero, integrale – avranno maggiore impulso e daranno i frutti desiderati». Certamente «l’interesse per la produzione, la disponibilità di cibo e l’accesso a esso, il cambiamento climatico, il commercio agricolo» devono ispirare le regole e le misure tecniche di tali azioni, ma non solo: «La prima preoccupazione deve essere la persona stessa, quanti mancano del cibo quotidiano e hanno smesso di pensare alla vita, ai rapporti familiari e sociali, e lottano solo per la sopravvivenza».
Aggiugendo alcune frasi "a braccio" al discorso praparato (in spagnolo) Bergoglio ha lanciato un forte appello per la difesa della "Madre Terra". E ha ammonito anche con un detto della sua Argentina: «Dio sempre perdona, gli uomini perdonano a volte, la natura non perdona mai».



