“L’ora dello stravolgimento”. Non ci sarebbe nulla di strano per il titolo di un convegno, se questo non accadesse a Lourdes, luogo di pellegrinaggio che richiama le anime alla pace e alla contemplazione. Il convegno – organizzato nella cittadina ai piedi dei Pirenei dal 24 al 26 gennaio dalla Fédération des médias catholiques, insieme al Dicastero per la comunicazione, la Conferenza episcopale francese, Signis, Ucsi e al santuario mariano che ha ospitato l’evento e ormai giunto alla 27 edizione – ha visto riuniti 200 giornalisti da tutto il mondo e da 20 paesi confrontarsi su due eventi che esprimono bene il grande passaggio d’epoca che stiamo vivendo: l’Intelligenza artificiale e il Sinodo sulla sinodalità, che conoscerà il suo epilogo il prossimo ottobre.

Ai piedi della Grotta di Massabielle e coccolati da una temperatura quasi primaverile – che dà un significato concreto al titolo scelto della manifestazione, visto che qui si misurano temperature di 10 gradi superiori alla media del periodo, per la gente locale il segno degli “stravolgimenti” climatici – le giornaliste Olga Rudenko, caporedattrice di Kyiv Independent, e Armelle Beaulieu di Terre Sainte Magazine di Gerusalemme, hanno reso la loro testimonianza da zone di guerra: quella della comunicazione, in un contesto di guerra, diventa una “mission impossible”. «Solo l’ascolto della realtà tiene accesa la fiammella della speranza nelle tenebre della guerra», hanno detto le due giornaliste.

Il tema dell’Intelligenza artificiale, affrontato da diversi esperti, tocca questioni che vanno oltre la tecnica e toccano lo spazio pubblico del nostro vivere. Se in medicina, soprattutto a livello diagnostico, è e sarà sempre più utile, bisogna però comprenderne anche i rischi in altri campi, come quello dell’informazione, ove esiste un rischio di mistificazione della notizia, anche a fronte di un uso sempre più frequente delle risorse dell’IA da parte dei giornalisti. Come ha ricordato il Papa nel Messaggio per la pace e in quello per la Giornata delle comunicazioni sociali di quest’anno, la dimensione etica è decisiva: per questo il fattore umano nella programmazione degli algoritmi sono decisivi e non può essere l’IA che deve determinare gli scopi della sua azione ma l'uomo. Nell’informazione sarà comunque sempre decisiva la ricerca delle fonti delle notizie.

Riguardo al Sinodo, si sono confrontati professionisti dell’informazione di vari continenti. In Germania, come ha riferito Joachim Heinz della Katholische Nachrichten Agentur di Bonn, esiste un palese conflitto tra conservatori, che guardano a Roma, e progressisti, che si concentrano sulle questioni interne della chiesa: diaconato femminile, benedizioni alle coppie irregolari, ecc. Per fortuna, però, non è venuto meno il dialogo. In Africa, nelle parole di Jean-Paul Sagadou di Prions en Eglise Afrique, il Sinodo ha tematizzato più che altro alcune questioni locali – sincretismo, sfruttamento delle risorse, poligamia – piuttosto che i temi tipicamente occidentali, più legati ai diritti individuali. L’Argentina, paese simbolo del Sud America, ha conosciuto uno scarso coinvolgimento del popolo di Dio, secondo la giornalista Ines San Martin, collegata alle Pontificie opere missionarie. Il ruolo dei media a servizio della sinodalità, infine, come è stato spiegato da Alessandro Gisotti, vice direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione nella prospettiva di papa Francesco parte dall’ascolto sincero della realtà, per farne una onesta restituzione al pubblico. Questo il cuore della professione giornalistica, chiamata sempre più a leggere e interpretare i tempi nello spirito del Sinodo.

L’incontro a Lourdes è stata anche l’occasione per conferire il Premio Père Jacques Hamel a due giornaliste: la canadese Sarah-Christine Bourihane, per un articolo su una suora canadese catturata e poi liberata da Boko Haram in Africa; e l’italiana Romina Gobbo , collaboratrice di Famiglia Cristiana,per un pezzo apparso sul Messaggero di Sant’Antonio riguardo a un medico africano che cura psicologicamente e fisicamente donne abusate sessualmente nei conflitti locali. A conferire il premio il nunzio apostolico in Francia, Mons. Celestino Migliore, che ha letto il messaggio del Papa ai presenti, in cui ha riconosciuto il ruolo dei giornalisti a servizio della verità, base per una vita fraterna.

Fraternità che ha conosciuto un momento intenso quando la sorella di padre Hamel, Roseline, è entrata in dialogo con la mamma di uno dei terroristi islamici che hanno ucciso il fratello, Adel Kermiche. Le due donne hanno raccontato come, un anno dopo l’efferato omicidio, seguito dall’uccisione dei due giovani terroristi da parte delle forze di intervento speciale della polizia francese, abbiano cominciato a sentirsi e a incontrarsi per condividere il dolore per il dramma che entrambe hanno vissuto. Se c’è uno stravolgimento positivo che parla a quest’epoca piena di drammi, forse è proprio questo: il guardarsi in faccia come possibile nuovo inizio fondato sulla freternità umana.