Dodici sacerdoti che erano rinchiusi nelle carceri del Nicaragua, sono stati rilasciati e inviati a Roma. La notizia, riportata anche dal cardinal Leopoldo Brenes Solórzano, ha ufficializzato quello che il Governo di Managua aveva comunicato, cioè dell’accordo con la Segreteria di Stato della Santa Sede per il rilascio dei sacerdoti. Alcuni di loro avevano denunciato la violazione dei diritti umani e le relative violenze avvenute nel 2018 e che, dichiara l’Onu, causarono circa 300 morti.

Da allora le relazioni tra Chiesa e Governo si sono deteriorate. Ai sacerdoti verrà tolta la cittadinanza nicaraguense, con relativa difficoltà a rientrare nel loro Paese. La comunicazione ufficiale non chiarisce quali sono i reati commessi dai presbiteri detenuti. Tra di loro non c’è monsignor Rolando Alvarez, il presule che aveva rifiutato l’esilio negli Stati Uniti d’America e condannato, il 10 febbraio, a 26 anni di carcere per aver diffuso, secondo le accuse governative, notizie false. In pratica si tratta di un’espulsione di coloro che, per la coppia presidenziale Jose Ortega e la vicepresidente e moglie Rosario Murillo, si erano opposti al governo del Paese.

 



Con l’espulsione del nunzio apostolico vaticano dal Nicaragua, monsignor Waldemar Stanislaw Sommertag, si presume che sia stato lo stesso cardinal Brenes a condurre la delicata trattativa. Il prelato di Managua ha sempre tenuto un profilo basso, utile a non spezzare le relazioni con il governo che ha accusato la Chiesa cattolica di ingerenza politica, espulso sacerdoti e confiscato beni e istituti religiosi. "Posso confermare che è stato chiesto alla Santa Sede di accogliere 12 sacerdoti provenienti dal Nicaragua, recentemente scarcerati. La Santa Sede ha accettato", ha riferito il portavoce vaticano Matteo Bruni. “È una notizia positiva, il Papa ci ha sempre invitato al dialogo”, ha commentato il cardinal Brenes all’agenzia Afp. Il 18 ottobre sale a 84 il numero dei sacerdoti espulsi ed esiliati da Daniel Ortega. Tra questi ci sono 20 ex prigionieri politici esiliati negli Stati Uniti e a Roma. Inoltre figurano 34 esuli, 24 persone a cui è stato negato l'ingresso nel Paese. Tra di loro c’è un sacerdote che era stato dichiarato scomparso dal 2018. Nel Paese centramericano non è permessa criticare il governo, pena il carcere o l’esilio dal Nicaragua.

 



Foto Reuters.
Con le espulsioni e il divieto di ingresso, stanno sensibilmente diminuendo i sacerdoti nel Paese. “Il Governo di riconciliazione e unità nazionale della Repubblica del Nicaragua non ha esaurito le risorse per garantire e difendere la pace tanto cara alle famiglie nicaraguensi; questo accordo, raggiunto con l’intercessione di alte autorità della Chiesa cattolica in Nicaragua e in Vaticano, rappresenta la volontà permanente e l’impegno a trovare soluzioni, in riconoscimento e incoraggiamento di tanta fede e speranza che anima sempre i credenti nicaraguensi, che sono la maggioranza”, recita il comunicato governativo. I sacerdoti esiliati sono: Manuel Salvador García Rodríguez, José Leonardo Urbina Rodríguez, Jaime Iván Montesinos Sauceda, Fernando Israel Zamora Silva, Osman José Amador Guillén, Julio Ricardo Norori Jiménez, Cristóbal Reynaldo Gadea Velásquez, Álvaro José Toledo Amador, José Iván Centeno Tercero, Pastor Eugenio Rodríguez Benavidez, Yessner Cipriano Pineda Meneses, Ramón Angulo Reyes.